Premierato: protesta delle opposizioni, in piedi mostrano i libri della Costituzione  

Inizia l’ostruzionismo in Aula, con oltre 2600 emendamenti al testo. Maratona oratoria del Pd ma Casellati replica “Stanca litania”.

Roma –  Protesta in Aula dei senatori delle opposizioni, subito dopo il voto del primo emendamento al ddl sul premierato. Si sono alzati in piedi ed hanno tutti mostrato una copia della Costituzione italiana per contestare con durezza la stessa riforma. L’ostruzionismo è servito: presentati oltre 2.600 emendamenti, si va avanti fino alle 20. Per la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati quella dell’indebolimento del Capo dello Stato “è una stanca litania”. E “non ci sono rischi di squilibrio tra poteri istituzionali”.

Per Casellati c’è un “fraintendimento radicale che riguarda il ruolo dei due presidenti, della Repubblica e del Consiglio, che si muovono su due piani diversi e non sovrapponibili nell’assetto costituzionale. Il presidente della Repubblica ha poteri di garanzia dei valori costituzionali e di rappresentanza dell’unità nazionale. La sua neutralità e la sua autorevolezza derivano dal fatto di non essere parte, ma – spiega – di attingere la sua legittimazione, dai valori della Costituzione. Le sue prerogative non sono state toccate, anzi: alla nomina si sono aggiunti la revoca dei ministri e il potere solitario di firmare importanti atti che, nell’attuale sistema, condivideva con il governo. Il presidente del Consiglio ha invece poteri di indirizzo politico“.

Ma le opposizioni hanno cominciato una dura battaglia, come annunciato, presentando oltre 2.600 emendamenti dopo la conclusione della discussione generale. “Interverremo tutti su ogni emendamento” hanno annunciato così una opposizione durissima i capigruppo di Pd, M5s e Verdi-Sinistra, Francesco Boccia, Stefano Patuanelli e Peppe De Cristofaro. “E l’opposizione – assicurano – sarà durissima”. Ecco perché si applicherà probabilmente il sistema del “canguro”, cioè la possibilità di snellire il numero dei voti mettendo insieme gli emendamenti che chiedono modifiche simili fra loro. Così bocciando un testo decadono quelli che ne conseguono. Una prassi, questa, non nuova nelle Aule parlamentari con conseguente protesta delle opposizioni.

Il Partito Democratico ha organizzato interventi a pioggia, oltre 30, l’obiettivo è dare la parola a tutti i senatori del partito presenti. Intanto l’Aula stamane ha bocciato l’Ordine del Giorno che avrebbe impegnato il Governo ad approvare la nuova legge elettorale prima della riforma del premierato, in conformità con i pareri negativi espressi dal relatore Alberto Balboni (FdI) e dal Governo. I voti favorevoli sono stati 60, 87 i contrari.

La ministra delle Riforme Elisabetta Casellati

L’odg, presentato dal gruppo di Italia viva, avrebbe fatto in modo che il Governo garantisse l’approvazione della “legge elettorale prima dell’entrata in vigore della riforma costituzionale e, in particolare, prima di un’eventuale referendum ex articolo 138 della Costituzione, al fine di garantire al corpo elettorale di esprimersi su una riforma completa e che non demandi a una futura legge (elettorale) la propria definizione”. 

La segretaria dem Elly Schlein, già nei giorni scorsi, aveva espresso contrarietà contro il testo: “Usiamo i nostri corpi e le nostre voci per fare muro rispetto a questo tentativo. Cercano di avanzare sul pericoloso terreno del premierato e della autonomia differenziata per avere qualcosa da sbandierare in campagna elettorale”. Per questo, il 2 giugno il Pd sarà in piazza a Roma, per la difesa della Costituzione e per l’Europa federale.

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