Il leader di Sud chiama Nord invita Toti a dimettersi, definisce la separazione delle carriere una supercazzola e ce l’ha con Salvini.
Genova – Scende dal camper al volo, non appena i roll up sono stati installati sotto il palazzo della Regione Liguria, regge in mano un cartello con la scritta “Fuori gli affaristi dalla Liguria” e poi attacca a parlare. Lo show politico di Cateno De Luca stamattina è arrivato a Genova, in Piazza De Ferrari. “Siamo qui a portare un messaggio al presidente Giovanni Toti e alla sua giunta”, annuncia. Un messaggio che, precisa, “non riguarda il decorso giudiziario” perché “siamo garantisti sempre, io ci sono passato”. Ma un messaggio che è indubitabilmente chiaro: “Toti se ne deve andare per questo: perché ha creato un mondo parallelo fuori dal palazzo istituzionale, il mondo dei salotti, dove tutti siamo amici e compari. Ma le comparanze portano a questi risultati”.
Quello che è emerso, al di là della rilevanza penale, secondo il leader di Sud chiama Nord, è che c’è stato un governo parallelo che ha condizionato le istituzioni regionali: ecco qual è la vera questione. E’ una cosa gravissima, a leggere queste cose mi viene l’orticaria”. Il sindaco di Taormina, ancora una volta, precisa che “non siamo qui per esprimere una condanna anticipata, la lasciamo alla magistratura, nessuna invasione di campo. Mi auguro che Toti si dimetta al più presto per evitare questa gogna mediatica nei confronti dei liguri e per liberare le istituzioni da questa vergogna dei governi paralleli”.
De Luca ricorda di aver avuto “sedici processi e due arresti e quando ho avuto il primo arresto dopo 48 ore mi sono dimesso da sindaco perché erano fatti connessi con il mio ruolo di primo cittadino. E l’ho fatto per amore della mia comunità. Questo riguarda l’etica di ciascuno di noi e quanto realmente si amano le istituzioni nelle quali si viene eletti”. E ancora, “Quando si fa scena muta” all’interrogatorio di garanzia “c’è qualcosa che non va e lo dico io che ho subito 16 processi e due arresti. E’ ovvio – prosegue – che anche questo atteggiamento di eccessiva cautela da parte di Toti presuppone che, al di là di quelle che saranno le valutazioni penali, c’è comunque un mondo parallelo nel quale si è fatto trascinare”.
E ancora un altro affondo, “Al momento la supercazzola di cui si parla – dice – è la separazione delle carriere, quando invece il vero problema è la durata dei processi”, tuona il leader di Sud chiama Nord sotto la Regione Liguria. De Luca racconta la sua storia: “Quando sono stato arrestato la seconda volta, l’allora presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, la parola più gentile che ha detto nei miei confronti è stata che la politica deve arrivare prima dei pubblici ministeri”.
“Il buon Matteo Salvini disse per tre volte che mi aveva impedito di candidarmi nella Lega perché sapeva che ero un poco di buono. Poi fu smentito dai fatti ma che è un grande imbroglione gliel’ho già detto. Stiamo parlando dello stesso Salvini, oggi detto Verdini, che invece qua fa l’ipergarantista. Questa è la storia per ricordare a questi leader di partito che quando si parla degli altri usano altri metodi, come sta accadendo qui in Liguria”, ha concluso De Luca.