Il mercenario serbo avrebbe ucciso più persone ma rimarrà in carcere per sempre. E’ improbabile che la Spagna conceda l’estradizione anche se l’assassino, sempre sorridente, ha manifestato la volontà di marcire in galera nel Bel Paese: se avesse avuto problemi di salute anche Igor sarebbe stato scarcerato…
BOLOGNA – Fine pena mai per Igor il Russo, al secolo Norbert Feher, 44 anni, il mercenario serbo responsabile della morte del barista di Budrio Davide Fabbri, della guardia volontaria Valerio Verri e del tentato omicidio di Marco Ravaglia, agente venatorio provinciale. Lo ha deciso la Corte d’Assise e d’Appello del capoluogo emiliano dopo quasi due ore di camera di consiglio. Il Pm Valter Giovannini aveva chiesto l’ergastolo e la sua richiesta è stata accolta dai giudici di secondo grado:
”…Abbiamo visto ghignanti sorrisi sparire al cospetto del tunnel carcerario dal volto di tanti analoghi e feroci assassini – ha detto Giovannini nella sua requisitoria – fatalmente accadrà anche per costui che mai, dico mai, ha speso mezza parola di rimorso per quanto fatto e di rispetto per le persone del tutto incolpevoli verso le quali si è autopromosso feroce carnefice…Fate spegnere lentamente, applicando la legge, quel ghigno nei prossimi lunghi decenni che Igor passerà in carcere…”.
L’assassino serbo, sulle cui generalità insistono ancora dubbi come sui suoi probabili complici, è detenuto nel carcere di La Coruna in Spagna ed ha rifiutato di partecipare al processo in videoconferenza dichiarandosi non fondamentale. Infatti, per la condanna, non è stata affatto fondamentale la sua presenza mentre i legali della difesa hanno chiesto una perizia psichiatrica. Igor non era affatto matto quando ha freddato, con ferocia inaudita, il povero barman di Budrio, che era riuscito persino a disarmarlo, e la guardia volontaria, per altro colpiti entrambi a tradimento. In Spagna l’assassino ha ucciso gli agenti della Guardia Civil, Víctor Romero Pérez, 30 anni, e Víctor Jesús Caballero, di 38 e José Iranzo, 50 anni, un testimone che accompagnava i poliziotti nella ricerca di un uomo, lo stesso Igor, che aveva assaltato una fattoria ferendo due persone.
Il testimone, esperto dei sentieri di montagna, stava guidando le guardie impegnate nella cattura del delinquente serbo che aveva fatto irruzione in una proprietà a Albalate del Arzobispo sparando a due contadini. Gli agenti avevano individuato il nascondiglio di Igor e stavano per arrestarlo quando, colte di sorpresa, le due guardie cadevano sotto una gragnuola di colpi di pistola sparati dal killer sorridente.
L’assassino rubava le pistole delle vittime e a bordo di un pick-up verde si dava alla fuga. Dopo il duplice fatto di sangue la polizia aveva messo in campo centinaia di uomini e mezzi tra le province di Teruel e Saragozza. Una volta catturato Norbert Feher, identificato come ex militare dell’Europa dell’Est dall’intelligence iberica, si faceva ammanettare con ancora indosso un’uniforme militare, armi e munizionamento completo per un’altra strage. Arrestato e condannato a 21 anni di carcere, limitatamente al tentato omicidio dei due contadini, è attualmente detenuto in Spagna e dovrà essere giudicato anche per il duplice omicidio degli agenti della Guardia Civil.
In Italia la sua posizione è ben più grave e oltre all’ergastolo confermato per i due morti e il ferimento grave, Vaclavic Igor, altro soprannome dell’assassino, dovrà subire ulteriore sentenza per tre rapine commesse nell’estate 2015. Le azioni criminose, secondo l’accusa di procura, carabinieri e polizia di Ferrara, erano state consumate con la banda del serbo composta da Ivan Pajdek e Patrik Ruszo, che sono già stati condannati in abbreviato a 15 e a 14 anni di galera. La prima rapina risale al 16 luglio del 2015, a Villanova di Denore. Alessandro Colombani veniva legato, bendato e picchiato davanti casa sua e rapinato dal solito balordo. Il 30 luglio Igor entrava di notte nella casa di una pensionata di Mesola, Emma Santi, 93 anni.
La donna verrà ritrovata legata con fascette da elettricista e imbavagliata dal figlio dopo due giorni dalla rapina. Alla pensionata Igor aveva rubato collana e anelli d’oro. Il 5 agosto a Coronella, Giulio Bertelli e la figlia Cristina erano stati sequestrati da Igor per oltre 4 ore al fine di rubare vestiti, mutande, cibo e la vecchia Fiat Tipo dei due congiunti. Chi ha aiutato Igor nelle sue azioni criminali?