Voglia di ripartenza ma di quella seria. Non solo riaprire per farlo ma per riscrivere le regole del gioco. Per costruire un'Italia nuova. Macché…
Il conto alla rovescia segna – 1. E domani la vita riprenderà il proprio ritmo abituale. O quasi. Via libera alle vacanze ed agli spostamenti senza frontiere. Dopo il lockdown, infatti, entra nel vivo la Fase 2 dell’emergenza con la riapertura dei confini delle Regioni italiane. Le misure adottate in Italia hanno effettivamente permesso un controllo omogeneo dell’infezione da sull’intero territorio nazionale nonostante l’incidenza virale assai diversa nelle 21 Regioni.
“…Il decreto legge vigente prevede dal 3 giugno la ripresa degli spostamenti infraregionali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l’andamento della curva…”, cosi dichiara il ministro Roberto Speranza. Nel frattempo verrà testata l’applicazione per smartphone “Immuni” in Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria ma un attacco informatico di hacker esperti potrebbe ritardare lo screening del sistema virtuale anti-contagio. Insomma l’applicazione che dovrebbe rivelare i contagiati dal virus si è beccata un virus... E di quelli tosti che consigliando l’apertura di un allegato alla mail, al posto di farti scaricare l’app ti infetta con un malware letale per il computer e telefonino. Una iattura fra le altre che stanno tentando di risolvere dopo aver denunciato i fatti alla Polposta. Poi si parlerà di incostituzionalità di decreti e de-cretini nella speranza di non essere stati utili idioti in questo periodo di carestia senza precedenti.
Al momento in Italia non insiste alcuna situazione critica relativa all’epidemia. È questo in sintesi il risultato del monitoraggio degli indicatori per questo inizio di giugno. L’incidenza settimanale rimane comunque molto eterogenea sul territorio nazionale. In alcune Regioni, infatti, il numero di casi è ancora elevato e la situazione, continuamente monitorata, rimane complessa. In numeri ci sono cinque regioni a zero contagi: Abruzzo, Umbria, Valle d’Aosta, Calabria e Basilicata, oltre alla provincia di Bolzano. Sette regioni come Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise, Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige non fanno registrare vittime.
Il presidente dell’istituto superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante l’audizione in commissione Bilancio della Camera, ha descritto meglio il momento attuale:”…Ci stiamo avviando verso una sfida molto importante perché sarà liberalizzata la mobilità tra regioni e anche quella internazionale. Questo richiederà una maggiore capacità di attenzione ed analisi, considerato che la ripresa degli spostamenti tra regioni e stati dell’Ue e’ prevista per il 3 giugno...” Tra dubbiosi e possibilisti, virologi del si e del no, luminari che prevedono ecatombe e colleghi che prevedono due starnuti, i governatori delle regioni italiane si preparano a riaprire le porte, salvo nuove infezioni. Insomma si riprende a viaggiare ma la confusione regna sovrana e ognuno fa ciò che vuole. O, almeno, cosi pare. Parla di “decisione giusta” il sindaco di Milano, Beppe Sala, evidenziando che adesso è il momento di ridare ossigeno al lavoro. E vatti a sbagliare. Il fronte dei favorevoli alle riaperture conta anche il presidente della Liguria, Giovanni Toti, il governatore del Veneto, Luca Zaia e quello dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini oltre alla simpatica presidente della Calabria, Jole Santelli che, se fosse stato per lei, avrebbe riaperto negozi e centri commerciali in piena pandemia.
“…Adesso serve un Dpcm per riaprire alla possibilità di spostamenti tra Regioni dal 3 giugno – dice il governatore Zaia – perchè a memoria tutti gli atti decadrebbero dal 15 giugno e per anticipare bisognerebbe fare un provvedimento di revoca…”. Ma il solito decreto ci sarà caro, il premier Conte non si farà scappare certo questa ennesima ghiotta occasione per ri-peccare di anticostituzionalità in un momento dove le norme, quelle vere, sembrano in letargo. All’estero andiamo maluccio. E proprio con la Grecia, stessa faccia, stessa razza. Atene non ci vede di buon’occhio e Di Maio ha promesso di dirgliene quattro al suo omologo ellenico per chiarire il grave affronto.
Tornando a casa ricordiamo che sono stati scartati anche i cosiddetti “passaporti” sanitari, quelli tanto cari al duo Musumeci-Bertolaso:”…Adesso è il momento di riaprire il Paese – afferma il governatore della Puglia, Michele Emiliano – e non di chiudere. Sennò…”. Christian Solinas, presidente della Sardegna, è un irriducibile del no. Lui il passaporto lo vuole e poco importa che il collega Musumeci abbia sotterrato l’ascia di guerra, per lui sino al 7 giugno, nisba. Tra i più critici ci sono poi i presidenti di Campania e Toscana che, Vincenzo De Luca ed Enrico Rossi, che sognano di chiudere i confini ai Lombardi di quelli Doc. Una presa di posizione sessista e strumentale che diventa dietrologica a più non posso ma che fa tanto politica radical-chic quasi da campagna elettorale. Cautele da parte della Regione Lazio che alza il tiro anche lei puntando il dito contro I Lumbard anche usati o sanguemisti “…Ci sono troppe pressioni perché riparta il Nord, bisogna basarsi su evidenze scientifiche…”, ha detto Zingaretti che, comunque, il virus se l’era beccato in tempi non sospetti.
Comunque stiano le cose il virus e’ ancora in circolazione, anche se alcuni scienziati sostengono che è scomparso, salvo poi a sentirne degli altri che dicono l’esatto opposto. Ma adesso non preoccupatevi stanno arrivando 50 milioni di tamponi e 100 miliardi di test sierologici tutti a carico dello Stato. Da giorno 3 inizieranno le verifiche del nostro orofaringe e del sangue. Lo ha detto il premier Conte o forse no? Era una bufala come le altre? Scusate credevo fosse un’agenzia ufficiale. Come non detto. In effetti da domani potremo solo spostarci forse nemmeno a piedi specie per chi non ha ricevuto un euro di cassa integrazione e per chi ha finito anche le risorse del nonno. Insomma dal 3 ripartiamo. Non si sa per dove, come e perché ma ripartiamo.