GESSICA LATTUCA: RAPITA E UCCISA DA UN UOMO CHE CONOSCEVA?

La scomparsa della giovane mamma di Favara rimane ancora un rebus. L’uomo con il quale sarebbe stata vista per l’ultima volta la conosceva molto bene. Amici e conoscenti della giovane di Favara non avrebbero collaborato con gli inquirenti i quali, comunque proseguono le indagini.

FAVARA – La tanto annunciata svolta sulla vicenda della scomparsa di Gessica Lattuca, la mamma di 4 figli sparita nel nulla il 12 agosto del 2018, non c’è stata. E mentre le indagini proseguono in tutte le direzioni nessuna novità è trapelata da parte degli inquirenti che, comunque stiano le cose, sembra privilegino le piste dell’omicidio e della soppressione del cadavere (qualora fosse ritrovato si potrebbe parlare di occultamento, ndr) della giovane donna. Sulle prime si riteneva, forse anche da parte degli investigatori, che Gessica fosse fuggita con un uomo dunque, potenzialmente, avrebbe potuto dare notizie di sé alla famiglia dopo qualche giorno. Constatato il lungo silenzio della ragazza le ricerche si sarebbero attivate in maniera capillare su tutto il territorio ma il tempo perduto, in qualche maniera, si è rivelato dannoso.

piazza Cavour in una tarda serata d’estate: sarebbero più di uno quelli che hanno notato Gessica in compagnia di qualcuno?.

L’ultimo a parlare di Gessica è stato il suo compagno. O ex compagno considerando che il rapporto fra i due non era più come un tempo. Filippo Russotto, padre di tre dei quattro figli della donna sparita, è stato l’ultimo a dire la sua. Nell’ambito familiare, infatti, hanno parlato tutti ma nessuno ha saputo indicare una strada precisa per arrivare a Gessica, nonostante in paese molti sappiano come sono andate le cose:

”… Dicono che Gessica non l’ha vista nessuno a Favara – riferiva l’uomo in tv – invece non è vero Gessica a mezzanotte si trovava in piazza Cavour e loro lo sanno, sia i carabinieri che i magistrati… Ci sono le prove e i fatti…”.

Le indagini continuano in tutte le direzioni ma che la mamma di Favara possa essere morta e sepolta pare sia l’unica ipotesi sostenibile.

Sono affermazioni forti, quelle di Russotto, che ribalterebbero i primi accertamenti che avrebbero visto Gessica, intorno alle 21, aggirarsi per il centro storico di Favara in compagnia di qualcuno che, dopo una probabile sosta in un appartamento, l’avrebbe fatta allontanare dal paese a bordo di un’auto. L’uomo, che rimane l’unico indagato a piede libero per l’omicidio della donna, in altre circostanze, aveva rivelato che per sapere che fine avesse fatto la madre dei suoi figli sarebbe bastato chiedere alla famiglia della povera Gessica. Famiglia che non avrebbe mai fornito informazioni interessanti per ipotizzare il destino della ragazza sparita come un fantasma:

”…Il 12 agosto Gessica si trovava in Piazza Cavour a mezzanotte – aggiunge Russotto – un’altra persona ha visto che era con questa persona. Loro lo sanno e fanno i finti “ndondari” (scemi). Dicono che era con il motorino. Era insieme con questa persona ma chi è questa persona… loro lo sanno. Vogghiu sapriri ‘stu picciottu ccu era, ca si purtau ‘a matri di me figghi (Voglio sapere questo ragazzo chi era, che si è portato via la madre dei miei figli) e ci sono testimoni… Sì, sono arrabbiato. Non vedo fare niente per la mia ex compagna. Vi siete addormentati e basta…Io non ho paura né della polizia, né dei carabinieri, né della finanza, di nessuno perché io non ho fatto niente…Andate a cercare…Mi volete arrestare? Venitemi ad arrestare, con quali prove mi arrestate?.. Non avete né prove e né niente…Cosa volete ancora… Andate a cercare la mamma dei mie figli…”.

Filippo Russotto e Gessica Lattuca quando stavano insieme con due dei loro tre figli.

Russotto avrebbe proseguito all’infinito addossando colpe e formulando accuse a vanvera ma, di fatto, anche lui non fornisce alcun elemento utile alle indagini. Mesi addietro anche la madre di Gessica, Pina Caramanno, aveva detto la sua, in pratica ripetendola tiritera di Russotto con qualche piccolo particolare in più:

”…Filippo mi ha detto di aver trovato una pista per Gessica – ha aggiunto la donna – giorno 12 di agosto Gessica l’hanno vista in piazza Cavour sotto i portici con un picciotto, uno che picchiava la moglie, poi la moglie l’ha lasciato e si è trovato qua a Favara. E’ pure forestiero questo ragazzo. Filippo non mi ha fatto il nome di questo picciotto… Come devo fare per sapere la verità?..”.

Filippo Russotto, pare non vi siano riscontri alle sue presunte rivelazioni.

Pochi se non nulli sarebbero stati i riscontri sulle dichiarazioni di Russotto e della sua ex suocera. Le piste seguite dagli investigatori, oltre a quella ormai improbabile e ormai accantonata della fuga volontaria, sarebbero state molteplici: dalla ritorsione per presunti ricatti sessuali al giro di droga, dalla vendetta trasversale al personaggio misterioso che scriveva strani messaggi accusatori sui muri di cemento alla periferia del paese. Per farla breve investigazioni a tutto tondo che sono andate di pari passo con le ricerche di una ragazza la cui sparizione potrebbe essere stata pianificata a tavolino. Oppure esattamente il contrario: scomparsa per rapimento e successivo omicidio.

Giuseppina Caramanno, detta Pina, mamma di Gessica.

Le ipotesi sono ancora tutte praticabili e convergono, però, verso un’unica certezza: Gessica Lattuca sarebbe stata uccisa ed il suo corpo nascosto chissà dove. Rimane da scoprire da chi e perché e il nodo da sciogliere non è dei più facili giacché gli atteggiamenti omertosi, anche di alcuni testimoni, non sono certo serviti ad aiutare gli inquirenti che, di contro, continuano il loro lavoro nella massima discrezione. L’avvocato della famiglia Lattuca, Salvatore Cusumano, invita alla prudenza specie nel perdurare della fase istruttoria. Per il penalista la ragazza avrebbe fatto una brutta fine anche perché, qualora venissero avvalorate alcune ipotesi, Gessica conosceva molte persone, non proprio tutte adamantine, e attigue agli ambienti malavitosi. Un ricatto o forse l’essersi trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, potrebbe averne determinato la condanna a morte.

 

L’avvocato Salvatore Cusumano.
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