Autonomia: caso Vannacci “plana” sul ddl. Polemiche e presa di distanza bipartisan

Fa discutere la proposta del generale, candidato alle elezioni europee con la Lega, di classi separate e differenziate per i disabili.

Roma – Non passa inosservata, anzi, a Montecitorio – dove fervono i lavori della commissione Affari costituzionali sull’Autonomia differenziata – l’ipotesi di classi differenziate per disabili avanzata dal generale Roberto Vannacci, candidato della Lega alle europee. A stigmatizzarle è tutta l’opposizione che giunge alla conclusione che la riforma, cavallo di battaglia leghista, è pericolosa. Ma una presa di distanza arriva dallo stesso presidente della commissione, l’azzurro Nazario Pagano. Il tutto mentre la commissione affronta uno dei duemila emendamenti che riguarda proprio la scuola, escludendola dalle materie devolvibili alle Regioni.

“Sentire Vannacci che ripropone classi separate fa rabbrividire”, dice, ad esempio, Maria Elena Boschi (Iv),
“Vannacci è un residuato bellico per gli stessi fascisti di oggi. Ha una visione dell’Italia tra il ridicolo e il grottesco. Se avesse dei figli disabili ci penserebbe sei volte prima di proporre le ‘classi separate’. Forse”, scrive, in costanza dei lavori, su X il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut. “Le classi separate per bambini diversamente abili sono un abominio e mi trovo in profondo disaccordo con le parole del generale Roberto Vannacci”, dichiara, a margine dei lavori parlamentari sull’autonomia differenziata, il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera Nazario Pagano, di Forza Italia.

Nazario Pagano

“Credo nel valore della scuola come primo luogo di integrazione sociale e culturale che deve promuovere l’inclusione e il rispetto di ogni bambino, valorizzando le rispettive peculiarità”, aggiunge Pagano, “quanto affermato da Vannacci, che parla evidentemente a titolo personale, è un passo indietro nel nostro impegno per un’istruzione equa e inclusiva per tutti. Il nostro compito primario è favorire un dialogo costruttivo che miri a migliorare l’accesso all’istruzione e a creare ambienti educativi che rispettino e valorizzino la diversità”.

E anche fuori dalla sala del Mappamondo dove i commissari dovrebbero licenziare la legge per l’esame d’Aula in serata, le stesse dichiarazioni non lasciano indifferenti: le posizioni di Vannacci “sono incompatibili con la storia e la visione delle associazioni, delle cooperative e dei servizi sociali dell’Umbria e di tutte quelle realtà che nel nostro Paese che hanno sempre lavorato per l’inclusione scolastica, punto di civiltà e di vanto della scuola italiana, e più in generale per l’inclusione sociale. Indietro non si può tornare. La Lega a questo punto ha solo due strade: o espellere Vannacci dalle liste o lasciare il dicastero per le disabilità. Anche la
presidente Meloni è chiamata in causa infatti: lascia che un partito con queste posizioni possa avere quel ministero? Sarà considerata complice”, scrive Elisabetta Piccolotti di Avs.

“Credo che l’integrazione sia importante. Non credo ci sia stata volontà discriminatoria, però non sono d’accordo con la proposta”, dichiara, a margine della Conferenza programmatica, il responsabile Organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli. E il segretario del Psi Enzo Maraio, candidato capolista nella
circoscrizione meridionale per la lista Stati Uniti d’Europa, provoca: “Studenti divisi per capacità, disabili compresi. Mussolini uno statista. Per Vannacci propongo la presenza in liste diverse dalle altre, separate. Come? ‘Intelligenti pauca’. Ma temo non capisca”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa