L’EUROPA DEI BANCHIERI PREVALE SULLA SOLIDARIETA’

Vada come vada l’Europa politica, sociale, interculturale e comunitaria ha perso. È rimasta schiacciata sotto violente recriminazioni, sotto accuse e offese. L’Europa si è dimenticata degli ultimi, dei lavoratori, dei disoccupati e degli ammalati. Oggi più che mai gli interessi dell’UE appaiono una cosa sola con quelli della BCE.

“…Se l’Europa non si darà strumenti finanziari all’altezza della sfida, come gli Eurobond, l’Italia sarà costretta a far fronte all’emergenza e alla ripartenza con le proprie risorse. Ma le risposte nazionali rischiano di essere meno efficaci rispetto ad un’azione coordinata europea e possono mettere a repentaglio il sogno europeo…”.

Queste le parole del premier Conte a poche ore dell’incontro finale dell’Eurogruppo programmato per le 17 di giovedì 9 aprile. Quello di oggi sarà sicuramente un Giovedì Santo differente, non all’insegna della riconciliazione ma molto più probabilmente sotto l’egida delle differenti visioni nazionali sull’Europa politica.

Giuseppe Conte

“…In Germania potete avere tutto lo spazio fiscale che volete – ha ribadito Conte rivolto alla Bild – ma non potrete mai pensare di affrontare un’emergenza sanitaria, economica, sociale di così devastante impatto con il vostro spazio fiscale. È nell’interesse reciproco che l’Europa batta un colpo, che sia all’altezza della sfida, altrimenti dobbiamo assolutamente abbandonare il sogno europeo e dire ognuno da per sé impiegheremo il triplo, il quadruplo, il quintuplo delle risorse per uscire da questa crisi e non avremo garanzia che ce la faremo nel modo migliore, più efficace e tempestiva…”.

La situazione all’interno dell’Eurogruppo rimane estremamente tesa. L’Italia, capofila degli Stati dell’Europa meridionale, è costretta ad affrontare la tenace resistenza olandese e tedesca che continua a intravedere nell’Unione Europea un freddo strumento economico, volto a capitalizzare quando più possibile i risultati delle proprie industrie di scala. Proprio nel Parlamento olandese, in queste ore, si è discussa una mozione presentata dal partito Forum per la democrazia (Fvd), forza antieuropeista, che ha cercato di sollecitare il governo a non cedere sugli Eurobond e mantenere il punto sull’applicazione del Mes. La Francia, invece, sembra aver innescato una brusca manovra a U, voltando le spalle all’Italia e schierandosi apertamente al fianco della Germania.

Il premier olndese Rutte

I due paesi dell’Europa Continentale sembrano decisi a salvare l’assetto internazionale ma allo stesso tempo non appaiono disposti ad ascoltare le richieste specifiche di Italia, Spagna e Portogallo. Da Madrid, infatti, proprio il ministro dell’Economia Nadia Calviño ha tuonato contro l’Europa senza mezzi termini: “…È urgente trovare un accordo in merito a questi temi – ha detto la plenipotenziaria – l’Europa si sta giocando molto in questa crisi…”.

Nelle ultime ore a soffiare sul fuoco dell’indignazione si è aggiunto anche il quotidiano tedesco Welt nella sua veste online. La testata teutonica, infatti, nell’articolo titolato “Frau Merkel resti ferma” ha asserito che sebbene sia giusto aiutare i cittadini italiani a fronteggiare la crisi sanitaria, dall’altra parte non si può ignorare che la mafia sia pronta per accaparrarsi una parte dei soldi per le proprie personali speculazioni.

“…Dovrebbe essere chiaro – scrive Welt – che in Italia – dove la mafia è forte e sta adesso aspettando i nuovi finanziamenti a pioggia di Bruxelles – i fondi dovrebbero essere versati soltanto per il sistema sanitario e non per il sistema sociale e fiscale…”.

Come dire che quando l’Europa si prodigò per la corale ricostruzione della Germania nel Secondo post-guerra commise un errore, considerata la presenza di centinaia di nazisti in attività. La sensazione è che quest’Europa soffre di continue amnesie che complicano costantemente il discorso tra le parti.

Altro nodo fondamentale da sciogliere è proprio quello sull’essenza stessa dell’Europa politica e sugli obiettivi specifici. Abbiamo già scritto più volte su queste colonne di quanto i pilastri di Maastricht siano rivestiti di maggiore importanza rispetto ai bisogni sociali dei lavoratori e in generale della popolazione comunitaria. Ma in questi frangenti sembra che anche la corsa agli armamenti sia più importante della lotta al Covid-19. Infatti il 7 aprile scorso il Consiglio europeo ha deciso di prorogare il distaccamento delle truppe in Iraq fino al prossimo 30 aprile. La missione che doveva concludersi il 17 aprile evidentemente è più pregnante della ricerca di un accordo comune. È d’obbligo ricordare che la missione lanciata nel 2017 è già costata svariate decine di miliardi che, sicuramente in questo momento, avrebbero fatto comodo alla ricerca e all’economia europea.

Soldati italiani in iraq

A breve si capirà se l’Europa reggerà al colpo o meno. Se il buonsenso avrà la meglio sulla finanza. Di una cosa però possiamo essere certi: vada come vada, l’Europa politica, sociale, interculturale e comunitaria ha perso. È rimasta schiacciata sotto violente recriminazioni, sotto accuse e offese. L’Europa si è dimenticata degli ultimi, dei lavoratori, dei disoccupati e degli ammalati. Oggi più che mai gli interessi dell’UE appaiono una cosa sola con quelli della BCE. Dovremmo iniziare a chiederci se è proprio questa l’Europa che sognavamo e che ci immaginavamo. Dietro la maschera benevola dell’Erasmus si inizia a intravedere la fredda mano dei banchieri.

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