Dalla Sicilia alla Lombardia passando per il Lazio ed il Piemonte sono centinaia gli anziani lasciati morire nelle case di riposo senza cure e assistenza. Decine di ospiti di case di riposo e Rsa scoperti dai parenti in condizioni assurde: affamati, con piaghe e immersi nelle loro deiezioni. Indagini delle procure in tutta Italia
Un’altra delle vergogne da CoVid-19: la morte di un numero imprecisato di anziani ospiti delle case di riposo e delle cosiddette Rsa. Non si ha notizia di una sola residenza per anziani che abbia gestito bene l’emergenza. Nemmeno di quelle che vantano, nella pubblicità dunque solo sulla carta, strutture da sogno e assistenza degna di hotel a 5 stelle. Dall’inizio della pandemia i contagi all’interno di queste strutture non si contavano più, anche fra gli operatori, ma nessuno pare se ne sia preoccupato. Poi quando la situazione è precipitata la fuga del personale di servizio, in molti casi, ha provocato la tragedia nella tragedia: nonni e bisnonni ammalati di Co-Vid-19 abbandonati al loro destino senza cure nè assistenza. Le denunce di figli e nipoti hanno riempito le cancellerie penali dei tribunali ed i magistrati inquirenti hanno aperto decine e decine di fascicoli a carico di amministrazioni pubbliche, partecipate e privati che hanno gestito ospizi e residence non solo con negligenza ed imperizia (per quanto attiene al personale sanitario che ha abbandonato arbitrariamente il luogo di lavoro) ma, soprattutto, omettendo il soccorso di persone spesso disabili o comunque non autosufficienti.
Le accuse non sono da poco: omicidio colposo e procurata epidemia colposa:”… Non avevo più notizie di mio padre – racconta Massimo G. 45 anni, insegnante di Lettere – dopo aver chiamato tutti gli enti raggiungibili senza ottenere spiegazioni ho deciso di vederci chiaro e sono andato nella Rsa dove avevo ricoverato mio padre non potendo attendere alle sue cure in casa. Appena giunto nella struttura ho trovato soltanto un paio di infermieri, spaventati e nel pallone più assoluto, che mi dicevano di non attendere inutilmente perchè mio padre era stato trasportato in ospedale ma non sapevano dove. Dopo un intero giorno trascorso tra telefonate e richieste di informazioni al Comune e alla polizia locale ho saputo che mio padre era morto due giorni prima. Non ho potuto dargli nemmeno l’ultimo saluto. Non la passeranno liscia…”. Poi c’è chi racconta di genitori abbandonati e ritrovati agonizzanti sui loro letti denutriti e immersi nelle urine e feci. Uno spettacolo devastante con edifici deserti oppure con pochi operatori presenti che non sapevano cosa fare. In Lombardia, probabilmente, la situazione più drammatica. Al Pio Albergo Trivulzio, struttura nota per gli scandali sin dall’epoca di Mani Pulite, Nella struttura sono morti solo a marzo, in piena emergenza Coronavirus, 70 anziani e quelli che ci sono continuano a morire.
La stima dei primi giorni di aprile parla di altri 30 decessi ma la lista si allunga di ora in ora e la situazione appare gravissima nonostante le dichiarazioni del presidente della Regione rilasciate in tv appena qualche giorno fa. Adesso saranno gli ispettori ministeriali, una commissione regionale di cui fa parte Gherardo Colombo (che aveva già indagato sul Trivulzio e sul suo presidente Mario Chiesa finito poi nella bufera di Mani Pulite) e i magistrati della Procura di Milano che intendono vederci chiaro, ognuno per le rispettive competenze e attribuzioni. L’affare delle Rsa, fra pubblico e privato, ha reso profitti per i gestori, enormi spese per i contribuenti e nessuna tutela per gli ospiti. Una strage annunciata tutto sommato.