La compresenza dell’handicap visivo ed uditivo comporta grandi problemi e un drammatico impatto sociale.
Con disabilità sensoriale, si intende solitamente la mancanza dell’udito o della vista. Ma esiste una terza categoria i sordociechi, coloro che dalla nascita o successivamente perdono entrambe le capacità uditive e visive.
Per riuscire a intuire, poiché comprendere appieno è impossibile, i limiti delle persone non vedenti bisogna capire l’importanza che assumono gli altri sensi, soprattutto l’udito. Così, altresì, è la vista a supplire l’incapacità di udire dei sordi.
La compresenza delle due disabilità sensoriali, sia che siano totali o parziali, comporta un grosso handicap e ha un drammatico impatto sociale. Chi non può udire, parlare, vedere, deve affrontare una realtà pericolosa e minacciosa, causa di ansia e insicurezza, e si trova davanti insormontabili barriere per poter svolgere le più semplici operazioni quotidiane.
Solo nel nostro Paese oltre 100mila persone sono prive parzialmente o totalmente sia della vista che dell’udito, molte di loro vivono recluse in casa, impossibilitate, da sole, ad affrontare le difficoltà del mondo esterno. Inutile dilungarsi sulle tante, troppe inefficienze e leggi disattese, è più importante sottolineare la mancanza di comprensione empatica, sia del problema che dei numeri del fenomeno, da parte dei cosiddetti “normali”.
La nostra è una società intollerante verso ogni forma di imperfezione biologica, viviamo vite frenetiche vuote di buoni sentimenti, nel nostro egoismo e individualismo non ci soffermiamo mai un istante per tentare di approcciare certi problemi, se questi non ci toccano personalmente.
L’ignoranza crea le barriere mentali, che sono più alte di quelle fisiche; la conoscenza, al contrario, accorcia le distanze. Nessuno è migliore o peggiore degli altri, ha solo avuto opportunità diverse.
Bisogna cambiare le regole del gioco, far sì che tutela dei diritti umani e inclusione sociale non siano solo belle parole. Sperando in un mondo dove, citando Dalla, “anche i muti potranno parlare, mentre i sordi già lo fanno” e i ciechi vedere, per adesso basterebbero più pathos, meno pregiudizio e, soprattutto, più rispetto.