L’uomo che arrestò Totò Riina schierato con Sud chiama Nord: “Mi resta una voglia irrefrenabile di combattere la violenza e l’ingiustizia”.
Roma – Tutto il mondo lo conosce per l’arresto al boss della mafia Totò Riina nel ’93. Il Capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio. Dalle gesta del Crimor, unità militare combattente, il gruppo di carabinieri dove ogni membro aveva un nome in codice – Aspide, Pirata, Arciere, Ombra, Parsifal, Vichingo, Oscar, Hitto, Solo, Veleno – oggi scende in campo in politica. Sud chiama Nord di Cateno De Luca si ingrandisce e ‘arruola’ anche il Capitano Ultimo. Il sindaco di Taormina annuncia le nuove adesioni al progetto del ‘Fronte delle Libertà’, che “deve volare alto” e che ormai “è presente in quasi tutte le regioni italiane”.
Tra queste: quella del Capitano Ultimo, oltre al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, con ‘Civici in movimento’, e quelle di Vito Comencini con ‘Popolo veneto’ e di Davide Bionaz del Rassemblement Valdotan. A chi chiede al capitano dell’Arma cosa gli resti di quegli anni della cattura di Riina, risponde: “Rimane l’amore per i Carabinieri di allora, per quelli di adesso e per quelli di domani. Mi resta il disprezzo verso quelli, tanti, che sul sangue dei nostri caduti hanno fatto carriera nei media e nella Amministrazione. Mi resta una voglia irrefrenabile di combattere la violenza, la sopraffazione e l’ingiustizia”.
Gli uomini di Ultimo, quelli di ieri, vivevano in clandestinità e all’ombra della società, come l’organizzazione che combattevano; alla pistola di ordinanza preferivano microspie e telecamere. Lontani da casa, senza orari e sottoposti a rischio continuo. Poi quell’arresto quando faceva parte del ROS che cambiò per sempre la sua vita. Quando ebbe l’intuizione di seguire i movimenti dei Ganci che lo portarono sulle tracce del boss Riina. Un uomo che ha combattuto la criminalità organizzata e che per motivi di sicurezza si è sempre presentato in pubblico bendato in gran parte del viso.
Originario della provincia di Arezzo, studente della Scuola militare Nunziatella a Napoli, e poi allievo dell‘Accademia militare di Modena che lo aveva fatto diventare tenente dei carabinieri. Il primo servizio, a Bagheria, dove nell’85 arresta il latitante Antonino Gargano ed il mafioso Vincenzo Puccio, assassino del capitano dell’Arma Emanuele Basile. Il suo modello di riferimento è sempre stato il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, caduto sotto i colpi della lupara.
Da colonnello, è stato anche il vice comandante del Comando Carabinieri per la Tutela dell’ambiente a Roma. Il 18 febbraio del 2020, l’allora presidente della Regione Calabria Jole Santelli lo ha nominato assessore regionale alla Tutela dell’Ambiente. Un incarico tenuto fino alle elezioni del 2021, quando è stato proclamato Roberto Occhiuto come nuovo governatore.