Trapper suicida in carcere, rinviato processo per maltrattamenti

Sul caso di Jordan Jeffrey Baby il Garante dei detenuti aveva avviato verifiche per assumere informazioni più dettagliate.

Pavia – Sul caso di Jordan Tinti, in arte Jordan Jeffrey Babyil trapper di 27 anni morto suicida nel carcere di Pavia, il Garante nazionale dei detenuti aveva avviato verifiche per assumere informazioni dettagliate. Tinti aveva già tentato il suicidio in passato e aveva confidato al suo avvocato di avere subito maltrattamenti e abusi in carcere da parte di altri detenuti. Nelle ore successive si è aperto il processo che è stato subito rinviato per legittimo impedimento dell’avvocato che difende Gianmarco Fagà, il trapper noto come Traffik che è imputato per i presunti maltrattamenti a Tinti.

Il trapper suicida

L’udienza è aggiornata al 12 aprile, quando il padre del trapper suicida si costituirà parte civile. Il 26enne si è impiccato al rientro in cella dopo un periodo passato in una comunità del Pavese: è accaduto nel carcere di Torre del Gallo, dove il cantante stava scontando una pena a 4 anni e 4 mesi. Nell’aprile 2023 Jordan era stato riconosciuto colpevole di rapina aggravata dall’odio razziale, ai danni di un operaio di 42 anni originario della Nigeria. L’aggressione era avvenuta in un sottopassaggio della stazione di Carnate (Monza e Brianza). Insieme a lui aveva partecipato alla rapina anche il trapper romano Traffik (nome d’arte di Gianmarco Fagà), condannato a cinque anni e quattro mesi.

In merito all’inchiesta avviata dalla Procura di Pavia per fare chiarezza sul suicidio del giovane trapper, l’avvocato Federico Edoardo Pisani, il legale che rappresenta il padre di Jordan, ha sottolineato che “al momento l’ipotesi di reato è omicidio colposo, ma solo dagli sviluppi dell’indagine si potrà fare chiarezza sulla morte di Jordan”.

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