Il compostato finito nei terreni agricoli conteneva plastiche e metalli. Undici persone denunciate dai carabinieri di Vibo Valentia.
Vibo Valentia – I carabinieri hanno portato alla luce un grave caso di inquinamento ambientale che riguarda un impianto di recupero situato nell’entroterra vibonese, il quale avrebbe dovuto trattare rifiuti organici per produrre compostato misto. Secondo l’accusa, invece, il prodotto finale non avrebbe perso la qualifica di rifiuto, continuando a contenere materiali inquinanti come plastiche, vetri e metalli pesanti, tra cui il cromo esavalente, che hanno contaminato i terreni agricoli delle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria.
Il processo produttivo avrebbe dovuto svolgersi in capannoni chiusi per permettere l’utilizzo corretto dei filtri e prevenire l’inquinamento atmosferico. Invece, è stato rilevato che l’attività veniva condotta con i portelloni aperti, causando emissioni nocive nell’aria. L’indagine ha evidenziato le presunte condotte illecite di vari soggetti all’interno dell’azienda, inclusi un dirigente della Regione Calabria e alcuni tecnici, che hanno contribuito all’illecito ambientale. Questa operazione ha portato al deferimento di undici persone e alla segnalazione di tre società per responsabilità penali e amministrative.