Sconfitta per il campo largo, stoppato l’effetto Sardegna con il 53,4% del centrodestra avanti di 7 punti. Fi cresce, Lega in calo.
Pescara – L’Abruzzo riconferma Marco Marsilio alla guida della regione, con il partito di Giorgia Meloni che tiene nella roccaforte di Fratelli d’Italia. Era un termometro importante per misurare non solo la stabilità di una regione ma anche la solidità della compagine governativa. Quando restano da scrutinare 90 sezioni su 1634, il vantaggio di Marsilio al 53,42% è incolmabile. Lo sfidante Luciano D’Amico (centrosinistra) si ferma al 46,58%. Un distacco di sette punti che è una conferma netta della vittoria del centrodestra e che stoppa l’effetto Sardegna. Nel dettaglio, Fdi guida la classifica di gradimento al 24,1%, Lega al 7,8%, FI 13,2%; nel centrosinistra Pd al 20,6,9%, M5S al 7%, Azione al 4%.
Marsilio ha costruito la sua vittoria nella provincia dell’Aquila, dove ottiene il 61,14%. Più equilibrato il risultato nelle altre province: Marsilio ottiene il 51,49% nella provincia di Pescara, il 51,26% nella provincia di Chieti e soccombe con il 49,67% nella provincia di Teramo. L’affluenza si ferma al 52,2%, in calo dello 0,91% rispetto alle precedenti regionali del 2019. Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia e tutto il centrodestra tirano un sospiro di sollievo e l’aria del cambiamento soffiata con la vittoria della grillina Alessandra Todde in Sardegna ha una significativa battuta d’arresto.
“Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo perché era il suo triste passato e il campo largo non sarà il futuro dell’Italia”, aveva detto il presidente Marsilio, dopo essere arrivato nella notte nella sede del suo comitato elettorale per proclamare la sua vittoria alle regionali a risultato ormai consolidato. “Il popolo abruzzese ha scelto di conferirmi l’onore di guidare la regione per altri cinque anni, mai nei trent’anni precedenti un’amministrazione uscente era stata confermata per un secondo mandato, è stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro” ha detto.
E ancora: “Ha vinto la verità contro la menzogna e la calunnia sparse a piene mani. Hanno vinto i fatti e il principio di lealtà contro le narrazioni fumose e le chiacchiere vuote. Il popolo abruzzese vuole guardare al futuro e ha dimostrato di non avere nessuna nostalgia di un triste passato che si è gettato alle spalle già
cinque anni fa” ha continuato Marsilio. “Il mio impegno per essere all’altezza della fiducia, delle aspettative e dell’amore che mi è stato dimostrato sarà ancora più intenso” ha concluso.
Una vittoria quella di Marsilio in Abruzzo su cui il premier puntava molto anche per il forte legame con il governatore riconfermato: fu proprio lui, nel ’92, ad accogliere una Giorgia Meloni giovanissima nella sezione del Fronte della gioventù di Garbatella. E sempre lui è stato un esponente importante – era tra i ragazzi del laboratorio di Colle Oppio di quella che sarebbe poi diventata la classe dirigente di Fdi. Inoltre, alle Politiche del 2022, la leader di Fratelli d’Italia è stata candidata proprio nel collegio uninominale L’Aquila-Teramo. Un bis storico quello di Marsilio, romano con genitori abruzzesi, 56 anni, laureato in filosofia. Ora, forte di questo risultato, il partito di via della Scrofa punta dritto verso le elezioni europee.
Nel centrodestra oltre a Fdi e al suo governatore gioisce Forza Italia, che si piazza davanti alla Lega. Con il rischio concreto che nella maggioranza si vadano acuendo le tensioni. Il Carroccio è infatti in calo, quotato intorno al 7,5% (contro il 27,5% delle Regionali 2019 e l’8,3 delle Politiche 2022), mentre Fi sembra destinata a tenere bene con un risultato sopra l’11% (9,1% nel 2019, 11,1% nel 2022). Questo potrebbe essere motivo di altre frizioni con un Matteo Salvini scontento per il calo dei consensi già visto in Sardegna.