Il Governatore del Veneto commenta la bocciatura dell’emendamento Lega. Intervengono anche Fontana, Toti e Bonaccini.
Roma – Dopo il “no” della commissione Affari costituzionali del Senato all’emendamento della Lega al dl elezioni sul terzo mandato per i governatori delle Regioni, il primo a dire la sua è il presidente della Regione Veneto. “Prendo atto del voto. La strada è ancora molto lunga. Natura non facit saltus”, ma fa notare “Non succederà assolutamente nulla per quel che mi riguarda, nel senso che ho ancora questo anno e mezzo, due anni di mandato: non si è ben capito se ci sarà una proroga oltretutto”.
E poi si toglie un ultimo sassolino: “Qualcuno ha detto che il Parlamento è sovrano, vedremo quanta sovranità saprà esprimere, ma soprattutto la sovranità, io immagino, dovrà essere rispettosa della volontà popolare. Trovo strano che ci siano delle persone che votano a favore del blocco dei mandati di sindaci e presidenti di regione che sono eletti direttamente dal popolo e poi vai a vedere il curriculum di queste persone che è da quattro, cinque legislature che sono in Parlamento”.
In commissione Affari costituzionali, dove il provvedimento è all’esame, si sono espressi contro la proposta di modifica leghista, Fratelli d’Italia e Forza Italia sostenuti da Pd, M5s, Avs. A sostegno della Lega ha votato Italia viva. Azione non ha partecipato al voto. In tutto ci sono stati 4 voti favorevoli, 16 contrari, un astensione e un non ha partecipato. Il vicepremier e leader del Carroccio Matteo Salvini, a chi gli chiede se la contrarietà di Fdi e Fi abbia creato spaccature ripete ancora una volta: “Deciderà liberamente il Parlamento, non c’è nessun problema di maggioranza, di governo. Abbiamo altri quattro anni davanti per aiutare gli italiani a lavorare di più e a stare meglio”.
Sicuramente, rimarca Salvini, “ci sono posizioni diverse, anche all’interno del Pd… Secondo me è democratico che se uno si trova un buon sindaco o un buon governatore, lo possa riscegliere, e rivotare. Ed è un errore dopo i due mandati pensionare i bravi sindaci e i bravi governatori. Noi parlamentari ad esempio non abbiamo limiti di mandati”. Detto questo, sottolinea il leader del Carroccio, “voterà il Parlamento. Eventuali conseguenze? Non c’entra niente né il governo, né la maggioranza: ci hanno votato per stare insieme per
cinque anni per risolvere i problemi. Per quel che riguarda me, significa occuparmi di strade, autostrade e ferrovie”.
Nel dibattito entra un altro Governatore, Attilio Fontana. “Adesso come adesso sarei disponibile” a un terzo mandato, poi “è chiaro che bisognerà vedere come sarà la situazione tra tre anni, è un periodo lungo”, ha detto il presidente della Regione Lombardia. Più duro il commento del “collega” ligure di Fontana e Zaia. “Spero che Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni facciano una riflessione, sono sempre stati un partito favorevole alle preferenze, al consenso, se l’è cercato casa per casa”, ha fatto notare Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria. “Oggi questa limitazione non è coerente con la sua storia, come non è coerente con la storia di Forza Italia di Silvio Berlusconi, che in qualche modo ha sempre glorificato come un alfiere della volontà popolare e pura, talvolta con scontri istituzionali abbastanza duri sugli equilibri di potere”.
Taglia corto sulle polemiche invece il governatore emiliano Stefano Bonaccini: “Si sa cosa penso del terzo mandato, ma adesso l’unica cosa a cui dobbiamo pensare, da qui a domenica prossima, è dare una mano alla candidata Alessandra Todde e a tutti i candidati delle liste per vincere in Sardegna, perché sarebbe un risultato molto importante non solo per il Partito democratico, ma per tutto il centrosinistra. Poi la prossima
settimana dirò qualcosa in merito a quello che è accaduto”.