Giovanni Barreca ha ucciso, bruciato e sepolto la moglie, poi torturato a morte due figli. Il mistero della figlia risparmiata e la coppia di fanatici ispiratori.
ALTAVILLA MILICIA (Palermo) – Una donna morta ammazzata, tagliata a pezzi e bruciata, il figlioletto di 5 anni torturato e soffocato ed il fratello di 16 incatenato e forse morto incaprettato. L’altra sorella di 17 anni è stata risparmiata ma al momento non si sa il perché. Questo è il tragico bilancio di una notte di ordinaria follia nella quale sono deceduti una mamma e i suoi due figli uccisi per mano paterna e di una coppia di esaltati con la fissa del misticismo. Ma andiamo ai fatti che poco hanno a che vedere con i rituali satanici, come si era ipotizzato in un primo tempo.
Giovanni Barreca, 54 anni, muratore e pittore edile, accanito giocatore di Gratta & Vinci, si trovava nella sua abitazione di via Granatelli, alla periferia del paese, quando nella notte tra il 10 e l’11 febbraio scorsi chiamava al telefono i carabinieri:
“Ho ucciso la mia famiglia – ha detto il muratore al 112 – Venite a prendermi…”. I militari giungevano presso la villetta di Barreca in una manciata di minuti e una volta entrati in casa scoprivano i cadaveri dei due fratelli, forse seviziati per ore, riversi sul pavimento della loro stanza mentre la sorella di 17 anni, l’unica superstite della famiglia, rimaneva seduta nel tinello in stato confusionale. L’uomo si consegnava ai militari senza opporre resistenza mentre altri militari, ispezionando il terreno circostante, rinvenivano i resti carbonizzati di Antonella Salamone, 41 anni, badante originaria di Aragona, nell’Agrigentino, sfortunata moglie del muratore palermitano.
Ad una prima ricognizione cadaverica sembra che la donna sia stata uccisa, sezionata e data alle fiamme alcuni giorni prima della telefonata del marito al 112 mentre i due ragazzini sarebbero stati uccisi il 9 febbraio, pertanto c’è motivo di ritenere che padre e figlia abbiano convissuto con i tre cadaveri in casa prima che la salma della donna venisse trasportata nel giardino incolto dove è stata sepolta. I particolari da chiarire sono tanti e anche le dichiarazioni, a caldo, rese ai carabinieri dalla ragazza diciassettenne, poi trasferita in casa-famiglia protetta, andranno verificate:
”Mio padre ha fatto un esorcismo per scacciare il demonio da questa casa”. La giovanetta, una volta superato il momento peggiore del trauma, verrà interrogata dagli investigatori, coordinati dal Pm Manfredi Lanza della Procura di Termini Imerese, e solo allora si potrà comprendere che cosa sia realmente accaduto nella villetta degli orrori. Pare infatti che i due fratelli siano stato torturati a lungo prima di essere soffocati ma saranno i reperti autoptici a chiarire meglio questo macabro aspetto della drammatica vicenda. I due coniugi, sposati nel 2007, avevano vissuto a Novara per diversi anni ed erano tornati in Sicilia 5 anni fa.
Sembra che Barreca spendesse tutti i soldi della paga in biglietti del Gratta & Vinci cosi da lasciare la famiglia in stato di indigenza. E fra moglie e marito erano continui litigi e, come si vocifera in paese, a farne le spese era sempre Antonella che subiva le violenze del marito in silenzio, difendendo i figli. Anche i servizi sociali si erano interessati della situazione ma non c’era stato alcun sospetto di maltrattamenti in famiglia. I carabinieri, che hanno arrestato Barreca con l’accusa di omicidio plurimo, distruzione e occultamento di cadavere, hanno fermato anche una coppia di amici del presunto assassino.
Grazie all’analisi dei tabulati telefonici del muratore e della povera moglie, i militari sono giunti al fermo di Sabrina Fina e Massimo Carandente, due fanatici religiosi conviventi, indagati per omicidio plurimo e soppressione di cadavere in concorso. La coppia di palermitani avrebbe conosciuto Barreca durante diversi incontri di preghiera nella chiesa evangelica per poi trasferirsi in casa del muratore. I due sarebbero stati gli “ispiratori” del triplice delitto. Forse avrebbero istigato il muratore ad eliminare i suoi familiari perché rappresentanti in terra di Satana partecipando attivamente alla mattanza. Fina e Carandente, venditori di beveroni per diete, erano soliti pubblicare sui social messaggi demenziali che si rifanno alla giustizia divina.
Davanti al gip di Termini Imerese, Valeria Gioeli, il muratore si è presentato assieme assieme al suo avvocato Giovanni Barracato: “E’ un uomo ancora sotto shock – ha detto il legale – che ha ribadito di volere bene alla sua famiglia e di non essersi reso conto di quello che è successo. Il mio assistito ha fatto trasparire questo suo momento di sconvolgimento totale…“.
Fina e Carandente, difesi dai penalisti Vincenzo e Roberto Sparti, si sono professati innocenti avvalendosi della facoltà di non rispondere:
“Entrambi i nostri assistiti gridano la loro innocenza, sono distrutti e provati, li abbiamo sentiti per mezz’ora ciascuno — affermano gli avvocati — abbiamo già iniziato le nostre indagini difensive per accertare come sono andati i fatti. C’era una conoscenza con Giovanni Barreca e c’è una presenza totalizzante della religione nella loro vita. Abbiamo voluto capire meglio le loro relazioni con le comunità evangeliche e il contesto che ruota attorno alla vicenda. Noi siamo i primi, anche come avvocati, ad essere provati. Loro sono turbati da tutto ciò che sta accadendo“.