Vent’anni in fuga dal Fisco: preso dalla Gdf nababbo “nullatenente” [VIDEO]

L’uomo, già gravato da condanne e denunce, gestiva un patrimonio da 12 milioni di euro nascondendosi dietro un castello di società e intestazioni fittizie.

Pavia – Si era stabilito negli anni nel comune di Gropello Cairoli, in provincia di Pavia, l’imprenditore settantenne che gestiva un patrimonio di oltre 12 milioni di euro, pur risultando nullatenente.

Militari del Comando Provinciale di Pavia, al termine di una complessa indagine economico- finanziaria, hanno ricostruito un articolato sistema di evasione fiscale, effettuato mediante una frode Iva milionaria durata oltre vent’anni, ma giunta ora alla fine.

In particolare, l’imprenditore aveva fatto ricorso a uno schema fraudolento utilizzando “società schermo”, con sede in SvizzeraPrincipato di Monaco e Romania, tra Ioro collegate mediante un intrecciato sistema di partecipazioni, intestate a soggetti prestanome designati come rappresentanti.

Il modus operandi disvelato è stato sviluppato e collaudato nel corso degli anni, mediante la stipula di compravendite fittizie su complessi immobiliari, col solo fine di “generare” crediti Iva in capo alle società acquirenti, poi reimpiegati per I’acquisto di ulteriori immobili, in un circolo vizioso che non destasse sospetti e arricchimenti improvvisi in capo all’imprenditore, che è riuscito a mascherare così i propri beni di fronte alle pretese di riscossione dello Stato, neutralizzando di fatto l’attività di accertamento da parte dell’Erario.

In particolare, l’attività svolta dai finanzieri si è basata sulla disamina degli “schermi” ideati dall’imprenditore che, per non comparire in prima persona, si è avvalso di ulteriori 16 soggetti prestanome e 28 società satellite dislocate tra ItaliaSvizzeraRomania e Principato di Monaco.

L’inclinazione a delinquere del soggetto, operante nel settore edile ed immobiliare già dai primi anni Ottanta, e gravato da numerose condanne e denunce a soprattutto in ambito fiscale, ha portato i finanzieri ad effettuare approfonditi accertamenti sulla sua vita imprenditoriale, ricostruendo tutte le imposte evase accumulate nel corso degli anni sotto forma di debito con il fisco. Il profitto deIl’evasione fiscale prodotta, rappresentato dal debito ricostruito, è stato posto in correlazione con la progressiva crescita del patrimonio immobiliare riconducibile all’uomo. L’analisi così condotta ha fatto emergere l’incapienza dei redditi rispetto alle acquisizioni patrimoniali ricostruite, portando cosi a classificare il soggetto come evasore fiscale “seriale” e per questo “socialmente pericoloso”, tale da giustificare nei suoi confronti l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale prevista del codice antimafia.

Pertanto, all’esito delle attività, i militari del Comando Provinciale di Pavia, in esecuzione del provvedimento della misura cautelare patrimoniale emessa dal Tribunale di Milano Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Pavia, hanno sottoposto a sequestro l’ingente patrimonio illecitamente accumulato negli anni dall’imprenditore, tra cui 36 appartamenti ubicati tra Milano e Pavia12 cantine e autorimesse2 capannoni2 terreni edificabili, un intero fabbricato di 5 piani già destinato ad albergo nella provincia di Savona, e un ex convento in provincia di Torino considerato di interesse storico, per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro. L’operazione sin qui compiuta costituisce una poderosa occasione di recupero di fondi pubblici sottratti allo Stato.

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