Il viceministro dell’Economia lancia l’idea, ma cosa farà il Garante della Privacy? Per il Carroccio è un clima da caccia alle streghe.
Roma – Che l’evasione fiscale sia un male incurabile dell’Italia non abbiamo mai avuto dubbi. Una spada di Damocle che pesa sulla testa degli italiani – quasi 84 miliardi di euro – che danneggia la collettività. Ma c’è una trovata del viceministro dell’Economia Maurizio Leo che sta mettendo a serio rischio gli equilibri del centrodestra. “L’evasione è come un macigno, tipo il terrorismo”, ha esordito Leo parlando del concordato preventivo in audizione davanti alla commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria.
Una frase forte e di sicuro effetto, certo, ma non è stato questo a fare imbufalire la Lega. Quello che ha creato maretta è che il viceministro vuole dare la caccia agli evasori sui social. “Quello che si deve fare ed è quello su cui stiamo lavorando con l’Agenzia delle Entrate, Sogei, è il cosiddetto ‘data scraping’, ovvero una tecnica informatica che serve per estrarre dati da pagine web e analizzarli”, ha detto Leo manifestando l’idea del governo di fare controlli anche sulle informazioni pubblicate sui social da professionisti e imprenditori. E accertare così eventuali anomalie.
Verranno considerati, parola di viceministro, anche i dati sul tenore di vita che professionisti e imprenditori pubblicano sui profili social. Immagini, video, informazioni personali finiranno sotto la grande lente dell’Agenzia delle Entrate per un confronto con i dati di cui già dispone. Insomma, tempi duri per l’infedeltà fiscale ma anche per la privacy delle persone, come se non fosse già stata ampiamente violata. E allora come contemperare gli interessi in gioco?
“Già abbiamo iniziato a ragionare col Garante della Privacy e da parte loro c’è assoluta disponibilità, ferma restando la tutela dei dati personali”. Appunto, i dati personali che sono certamente rintracciabili senza andare sui social, visto l’occhio indiscreto del ‘Grande Fratello’ che memorizza ogni cosa anche soltanto se si fa una ricerca su Google. “La collaborazione col Garante è assolutamente fondamentale: l’evasione fiscale è come un macigno tipo il terrorismo” e “si deve tutti collaborare”. Parola di Leo.
Ma la Lega non ci sta. Anzi insorge. Un clima da “caccia alle streghe” tuona il collega di governo e sottosegretario al ministero del Made in Italy, Massimo Bitonci, che fa sapere: “per il Carroccio la via maestra non è quella indicata da Leo. Siamo tutti d’accordo che bisogna combattere l’evasione fiscale, ma la ‘caccia alle streghe’, ‘terrorizzando‘ il contribuente, è un errore sostanziale”. Bitonci fa notare come l’esperienza maturata in questi anni ci dica che “gli strumenti coercitivi e di riscossione, usati dal Fisco e dall’Agenzia, si sono rivelati inefficaci ed onerosi”.
Inoltre, aggiunge, “bisogna anche considerare che esiste un’ ‘evasione di necessità’, che va considerata, per tutti coloro che non arrivano a fine mese”. Ecco perché “strumenti come il concordato preventivo biennale, la transazione fiscale, l’estensione dell’accertamento con adesione, adempimenti spontanei e conciliazione, sono la strada giusta per quel ‘fisco amico’ che è alla base della riforma della Lega e del Centrodestra”.
E dunque, il sottosegretario al ministero del Made in Italy fornisce una ricetta: “la via maestra per ridurre il contenzioso, abbattere i 1.200 miliardi di magazzino fiscale e cartelle, è stralciare quanto irrecuperabile e rateizzare togliendo sanzioni ed interessi a tutti quei soggetti, famiglie ed imprese, che per acclarate situazioni di difficoltà economica non riescono a saldare il loro debito nei confronti dello Stato”.
Mostra un certo disappunto per le parole di Leo e va all’attacco anche Armando Siri, ex senatore leghista e oggi consulente di Salvini. “Sono meravigliato delle parole del viceministro Leo” esordisce in un post pubblicato su X. “Questo slogan, che sicuramente scalda i cuori ideologici di chi ha sempre scambiato la giusta lotta all’evasione con un’indiscriminata caccia alle streghe, esonda i confini del programma di Governo, che in politica economica e fiscale ha l’obiettivo di ridurre il carico fiscale raggiungendo una Flat Tax al 15% per tutti e semplificare gli adempimenti”.
E ancora: “Gli slogan e la persecuzione della vita privata dei cittadini a fini fiscali – puntualizza ancora Siri – lasciamoli come prerogativa della peggiore ideologia illiberale”. Insomma, una vera e propria bordata. Dalla sua però Leo assicura che “non è che abbassiamo la guardia. Quelli che non aderiranno al concordato, entreranno in liste selettive, per vedere che non hanno potuto realizzare questi compensi. Ma se si vede che ci sono delle anomalie, là si deve intervenire“.
Più in generale, sulla legge delega per la riforma fiscale, assicura Leo, “stiamo procedendo celermente: sette decreti attuativi sono già stati approvati, un altro – sui giochi – è all’esame delle commissioni parlamentari, e ci accingiamo a varare altri 2 provvedimenti molto rilevanti: sulle sanzioni e sulla riscossione. In questa sorta di persecuzione Orwelliana una riflessione emerge su tutte. Fratelli d’Italia quando era all’opposizione ha sempre contestato il Grande fratello fiscale che incrocia come e quando vuole dati delle dichiarazioni dei redditi con quelli dell’Archivio dei rapporti finanziari e delle fatture elettroniche.
E adesso?