La vendetta di Giorgia contro il ‘moralizzatore’ Conte, ecco gli indagati su cui tace

Spunta il dossier di Fdi sull’entourage del leader M5S. ‘No a lezioni di morale da un giustizialista a corrente alternata’.

Roma – Chi la fa l’aspetti, dice il detto. E se predichi bene e razzoli male non hai scampo, prima o poi cadi nella stessa trappola in cui volevi incastrare gli avversari politici. Anche se sei l’avvocato del Popolo. È il caso di Giuseppe Conte e la sua ormai trita e ritrita ‘questione morale’. Una battaglia, quella contro un sistema malato e corrotto che ha contraddistinto la nascita stessa del Movimento 5 Stelle, che prometteva di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno.

Poi qualche giorno fa l’ex ministro grillino Danilo Toninelli in uno show al supermercato ha detto di non potersi più permettere il tonno e salmone, perché troppo costosi. Neanche questa volta è riuscito ad aprire la famosa scatoletta? Forse no, ma questa è un’altra storia. Il ‘moralizzatoreConte infatti continua a impartire sermoni e colpire gli avversari a colpi di predica, ma tutta questa morale gli si è ritorta contro.

Pungolato dall’ex premier sulla necessità di un’Italia più giusta, più trasparente e più casta, Fratelli d’Italia non ci sta e va al contrattacco. E lo fa con un dossier in cui il partito di Giorgia Meloni fa una carrellata degli indagati su cui è sceso il silenzio di Conte. Colleghi di partito, e persone del suo entourage su cui il ‘moralizzatore’ non ha detto nulla. Da Chiara Appendino a Virginia Raggi; da Beppe Grillo all’ex Ad di Invitalia Domenico Arcuri; passando per il deputato Riccardo Tucci, l’avvocato Luca Di Donna e Cesare Paladino, padre di Olivia, compagna del presidente pentastellato.

Così la vendetta, che è un piatto che si serve freddo, è servita, con tanto di ‘nota informativa’ che ha rimbalzato nelle chat di via della Scrofa. È da sempre che il M5S – secondo gli avversari – predica bene e razzola male, ma il documento di sei pagine di FdI si riferisce alla lettera aperta pubblicata l’11 dicembre 2023 su Repubblica da Conte, che “ha attaccato Giorgia Meloni per le inchieste giudiziarie che coinvolgono alcuni membri dell’esecutivo, parlando di ‘questione morale‘”, si legge nel dossier.

Il premier Giorgia Meloni

Nel suo intervento l’ex premier aveva parlato dei problemi giudiziari del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e del ministro del Turismo Daniela Santanchè, citando poi le inchieste giornalistiche sul sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e su quello al Lavoro, Claudio Durigon. Nel mirino del ‘moralizzatore’ anche la storia del treno da cui ha chiesto di scendere il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e l’inchiesta di Report sul capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.

E qui il partito della Meloni sferra l’attacco: “Nella sua carriera politica il leader pentastellato non ha usato lo stesso pugno duro quando si è trovato di fronte ad indagati del suo partito, o quando si è trovato lui stesso sotto inchiesta”. La “questione morale” Conte “avrebbe dovuto farla valere innanzitutto per sé stesso”, punge Fdi citando l’avviso di garanzia ricevuto dal leader M5S nel 2020 per le denunce sulla gestione dell’emergenza Covid e l’indagine per omicidio colposo ed epidemia colposa nel 2023 “per la gestione delle prime fasi della pandemia“.

Il ministro del Turismo Daniela Santanchè

Una vicenda, ricorda Fratelli d’Italia, che si è poi conclusa a giugno del 2023 con una archiviazione per l”avvocato del popolo’. Nel mirino di Fdi anche Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e attuale deputata e vicepresidente 5 Stelle “imputata di omicidio, lesioni e disastro colposi per i fatti di Piazza San Carlo a Torino” e “condannata il 27 gennaio 2021 in primo grado ad un anno e sei mesi”. La condanna, si legge nel dossier, “viene confermata a giugno del 2023 dalla corte di assise di appello. Un giudizio per cui è stato annunciato il ricorso in Cassazione“.

E ce n’è pure per l’ex sindaca della Capitale Virginia Raggi, “indagata per abuso d’ufficio in relazione all’inchiesta sullo stadio della Roma, e nel 2019 il gip respinge la richiesta di archiviazione. Giuseppe Conte non solo non ne chiede le dimissioni, ma nel 2021 le offre il suo totale appoggio in occasione della campagna elettorale romana”. Citato nel dossier anche il caso del deputato calabrese Riccardo Tucci, “rinviato a giudizio con l’accusa di frode nell’ambito di un’indagine che a gennaio 2021 aveva già portato al sequestro preventivo di beni per oltre 800mila euro“: “Nonostante la gravità delle accuse – denuncia Fdi – Conte scelse di candidarlo comunque per il suo secondo mandato“.

E’ poi la volta dell’ex commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri, iscritto a ottobre 2021 dalla Procura di Roma “nel registro degli indagati per peculato e abuso d’ufficio” con l’accusa “di aver dirottato ‘circa 1,25 miliardi euro per fronteggiare l’emergenza Covid‘ verso l’acquisto di mascherine e dispositivi di protezione individuali ritenuti in parte ‘non a norma‘”. L’inchiesta – ricorda Fdi – “si chiude nel marzo 2022 con Arcuri che resta indagato soltanto per abuso d’ufficio. La Procura di Roma ha poi chiesto il rinvio a giudizio“.

Domenico Arcuri

Gli ultimi due casi citati nel dossier sono quelli dell’avvocato Luca Di Donna, ex socio di Conte “indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze illecite” e di Cesare Paladinosuocero dell’ex presidente del Consiglio – il quale, scrive sempre Fdi, “ha beneficiato” della norma contenuta nel Dl Rilancio “approvata” dal secondo governo Conte “per sanzionare amministrativamente e non più penalmente alcuni illeciti commessi nell’ambito del settore alberghiero“.

Alla fine del documento Fratelli d’Italia rivendica di essere un “partito garantista” ma “non accetta lezioni di ‘morale’ da chi, come Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle, utilizza invece un comodo approccio giustizialista a corrente alternata”: “Insomma – si legge nella conclusione del dossier interno – se volessimo usare la stessa logica di Conte dovremmo dire che prima di parlare della ‘questione morale’ negli occhi degli altri, l’ex premier farebbe meglio a guardare alla ‘trave’ che ha in ‘casa’ sua”.

La controreplica dei 5 stelle non si è fatta attendere. “Questione morale? Per Fdi un ‘terreno inesplorato’. Una ‘urgenza’ sollevata da Giuseppe Conte con una lettera al quotidiano La Repubblica, che ‘il presidente Meloni ha sin qui preferito ignorare mostrandosi del tutto indifferente’, se non per ‘un ridicolo ‘dossier’ destinato ai suoi esponenti che presenziano nei talk show televisivi e che non hanno saputo sin qui controbattere sui vari casi: Sgarbi, Delmastro, Santanchè, Lollobrigida, Pozzolo e, da ultimo, Bignami“.

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