Sei anni e 8 mesi per il marito Emanuele Bonafede, imputato di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. La coppia aveva ospitato il boss a pranzo e cena nella loro casa di Campobello di Mazara durante la sua latitanza.
Palermo – E’ stata condannata dal gup di Palermo a 13 anni e 4 mesi in abbreviato per concorso esterno in associazione mafiosa Lorena Lanceri, la donna che ha accudito il boss Matteo Messina Denaro durante la latitanza, e al quale era legata sentimentalmente. Sei anni e 8 mesi invece per il marito Emanuele Bonafede, imputato di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Lorenza Lanceri era stata inizialmente accusata di favoreggiamento, ma col procedere delle indagini il capo di imputazione è stato modificato.
L’inchiesta che ha portato a scoprire il ruolo della Lanceri e del marito, cugino del geometra che ha prestato l’identità al boss, è stata coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. L’accusa in aula è stata sostenuta dai pm Gianluca de Leo e Piero Padova.
Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri per mesi hanno ospitato Matteo Messina Denaro, durante la latitanza, a pranzo e cena nella loro casa di Campobello di Mazara. In tal modo avrebbero consentito al boss, secondo gli inquirenti, “non solo di trascorrere molte ore in piena tranquillità e in loro compagnia in un contesto domestico-familiare ma, anche e soprattutto, di incontrarsi con numerose persone e infine, ma non per importanza, di entrare ed uscire dalla loro abitazione effettuando accurati controlli per ridurre il rischio di essere avvistato dalle forze dell’ordine”.