Belpaese condannato per aver trattenuto nel 2017 quattro minorenni in un centro d’accoglienza riservato agli adulti e già sovraffollato.
Roma – L’Europa condanna ancora l’Italia. Non è la prima volta che il Belpaese subisce provvedimenti per inadempienze legislative e mancato rispetto di regolamenti internazionali, vergati dall’Italia stessa. In un certo senso ci siamo abituati: uno in più, uno in meno…! L’ultimo provvedimento risale a qualche settimana fa, quando la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha condannato l’Italia per violazione della Convenzione, specificatamente degli articoli: 3 (proibisce la tortura e il trattamento o pena disumano o degradante), 5 (Ogni persona privata della libertà mediante arresto o detenzione ha il diritto di presentare un ricorso a un tribunale, affinché decida entro un breve termine sulla legittimità della sua detenzione e ne ordini la scarcerazione se la detenzione è illegittima) e 13 (Ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali).
La sentenza di condanna riguarda un fatto accaduto nel 2017 quando nell’hotspot (centro per l’accoglienza di migranti) di Taranto furono trattenuti quattro minorenni non accompagnati e… ospitati in una struttura per adulti, già di per sé straripante, le cui condizioni igienico-sanitarie lasciavano molto a desiderare, mettendoli in condizioni di subire, come recita la sentenza, “condizioni inumane o degradanti”. Il caso è venuto alla luce perché è stato sottoposto alla corte di Strasburgo dall’ufficio legale dell’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) un’associazione di promozione sociale nata dall’intenzione di condividere la normativa nascente in tema d’immigrazione.
Qualche settimana prima della sentenza, quasi a subodorare l’aria, il governo ha approvato il decreto legge 6 ottobre 2023, n. 133 con cui si è stabilito che i minori non accompagnati, se di età maggiore di 16 anni, possono essere ospitati in centri di accoglienza straordinaria per adulti, nel caso non ci fossero posti disponibili. Una valutazione di comodo, che non appare fatta nel superiore interesse del minore, come prevede la legge a suggerire un minimo di “pietas” umana. E non è finita qui. La condanna prevede, infatti, l’obbligo di risarcimento da parte dell’Italia a favore dei quattro giovani migranti con 6500 euro a cui si aggiungono i 4000 euro di spese legali.
Ma, secondo l’ASGI, non si tratterebbe di un fatto isolato, in quanto proprio l’hotspot di Taranto conterrebbe attualmente circa 185 minori stranieri in mancanza di qualsiasi base legale e giurisdizionale. Inoltre, la struttura è stata predisposta su un parcheggio del porto, fuori dal contesto urbano e sociale, non idoneo, dunque, ad accogliere minori. Fatti del genere sono la conferma che il fenomeno dell’immigrazione è molto complesso, delicato e, senza dubbio, di difficile soluzione. Una classe politica nazionale e internazionale competente, avrebbe dovuto mostrare più prontezza ed efficacia nell’affrontare quello che si sta manifestando come un vero proprio esodo.
Le cause del fenomeno sono varie e tante. Guerre, fame, cambiamento climatico, desertificazione del suolo, sfruttamento delle risorse naturali. A questi fattori ha contribuito, in parte, la cecità politica, la protervia e l’arroganza dell’occidente industrializzato. Ora sarebbe il caso che, quanto meno, per una forma di risarcimento verso popolazioni ridottesi in quelle condizioni anche a causa delle nostre politiche, di accoglierli nel modo più umano e civile possibile. E, poi, smettiamola, una buona volta, di ratificare trattati internazionali e non essere in grado di rispettarli. E’ come indossare il vestito elegante per l’occasione, ma sotto l’indumento c’è solo lerciume!