Solidarietà degli Ordini alla legale di uno degli accusati di stupro, sommersa dalle critiche per il tagliente contro interrogatorio alla presunta vittima.
Tempio Pausania – I presidenti degli Ordini forensi della Sardegna, regione dove si volge il processo che vede come imputati, fra gli altri, Ciro Grillo, hanno espresso con un comunicato solidarietà all’avvocato Antonella Cuccureddu, che difende Francesco Corsiglia per la presunta violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza. Il fatto sarebbe avvenuto a Porto Cervo, Costa Smeralda, nell’estate 2019. L’avvocato dell’imputato Corsiglia è stata accusata di aver condotto il contro interrogatorio alla giovane presunta vittima di stupro con confutazioni anche taglienti. Compatti gli avvocati nel dichiarare rilevanti le domande della Cuccureddu in quanto solo al giudice è consentito dichiarare la legittimità di quanto avviene in udienza.
I passaggi considerati troppo espliciti sono tracimati nei social network e hanno attirato sulla penalista grandi critiche e, addirittura, minacce dal popolo delle piazze virtuali. L’avvocato Cuccureddu ha preannunciato un esposto con allegati centinaia di post dal contenuto intimidatorio e offensivo a lei indirizzati.
I processi per reato di stupro portano spesso a una polarizzazione dell’opinione pubblica e a una critica del modus operandi dei difensori degli accusati, soprattutto quando sono coinvolte persone note al pubblico come nel caso del gruppo di cui fa parte Ciro Grillo.
Il processo per reati gravi si svolge a porte chiuse, sacrificando anche la libertà di rappresentazione giornalistica della vicenda giudiziaria, per garantire la tutela dei soggetti coinvolti e l’equità dell’accertamento. Per gli avvocati solidali con la Cucureddu, invece troppo spesso invece diventa a priori un’occasione di solidarietà per le presunte vittime. Un eventuale approccio dubbioso rispetto all’ipotesi accusatoria, anche se concesso dal giudice che consente a domande di accertamento della verità anche dirette, viene criticato come una mancanza di rispetto della dichiarazione della presunta vittima. Difficile senza un accertamento da interrogatorio, far emergere eventuali lacune, contraddizioni ed illogicità dell’accusa sembra quasi che l’accertamento di una verità oggettiva possa essere una seconda forma di violenza.
Nel nostro paese il processo penale – sostengono nel comunicato gli Ordini forensi – “è il luogo di protezione dell’ accusato, presunto innocente, liberandolo dal rischio di errori giudiziari”. La Difesa ha il diritto costituzionale di effettuare il contro esame nel rispetto della persona ma nei modi utili a dimostrare il compito per il quale gli avvocati difensori sono chiamati, cioè accertare la verità in difesa del loro cliente.
Il fatto che sul banco degli imputati sieda una celebrità non autorizza a essere messi alla gogna senza prove impedendo che la verità emerga. solo il processo nei modi consentiti dalla legge può stabilire i fatti avvenuti, operando il contradditorio.