Alla vigilia dell’addio al mercato tutelato gli italiani sono pieni di dubbi. E il rischio è di annegare nelle offerte

Con il via libera alla concorrenza è probabile che il povero utente sarà subissato di sconti e promozioni. E arriva il dilemma: se nella “rincorsa” a perderci fosse la qualità del servizio?

Roma – Il momento tanto atteso da tanti e disprezzato da altri sta per fare il suo ingresso nelle vite dei consumatori italiani. Alla fine di quest’anno si farà l’estrema unzione al mercato tutelato del gas. Con l’anno che verrà si insedierà il regime del mercato libero, con grande giubilo da parte dei fautori dell’economia di mercato, secondo cui, finalmente, ci libereremo di tanti lacci e laccioli. Tuttavia la gran parte dei consumatori italiani sta andando in fibrillazione, in quanto si innescherà un processo di radicale cambiamento nelle abitudini di consumo.

Numerosi dubbi stanno assalendo le famiglie italiane, tra cui quello più decisivo: “Come comportarsi con le utenze”? Nel frattempo le “menti sopraffine” (!) che compongono il governo italiano, stanno pensando a come trasferire gli utenti da un regime all’altro, mentre sta emergendo il problema dei “clienti fragili” e, quindi, più indifesi. Soprattutto in questa particolare congiuntura economica con i prezzi “ballerini”. Questi utenti godranno ancora del regime tutelato, fino a nuove disposizioni ad hoc da parte dell’ Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente” (Arera). Poiché siamo in Italia, Paese in cui di definitivo non c’è nulla, già si sussurra che è probabile una proroga della scadenza del mercato tutelato per tutti. Sono considerati “fragiliquegli utenti in determinati situazioni: età maggiore di 75 anni; condizioni  economiche svantaggiose; soggetti con problemi di salute per cui è prevista l’utilizzazione di apparecchiature salvavita; persone disabili.

Secondo i dati forniti dall’Arera si è verificato, nel 2022, un calo del 33,2% di famiglie che hanno acquistato il gas col regime di “maggior tutela”, pari a 9,5 milioni di consumatori per l’energia elettrica e 6,5 milioni per il gas. Come recita il sito dell’Autorità per l’Energia, per maggior tutela si intendono “servizi di fornitura di energia elettrica e gas naturale con condizioni economiche (prezzo) e contrattuali definite dall’Autorità destinati a famiglie e microimprese in attesa di rivolgersi al libero mercato”.

Il mercato libero per l’energia non è uno sconosciuto. Nel senso che si presentò sulla scena politica italiana nel 1999 col “decreto Bersani”, che recepì una direttiva dell’ “Unione Europea” relativa alle liberalizzazioni. Col nuovo sistema i prezzi dipenderanno dalla “mutua relazione tra produttori e consumatori”.

Per passare al mercato libero, basta contattare un fornitore e il gioco è fatto. Se non lo si fa, ci penserà “mamma Arera” che sceglierà per noi un fornitore. Che sensibilità! In linea teorica con il libero mercato ci saranno più aziende in concorrenza, che gareggeranno per offrire il servizio ad un prezzo più conveniente. Inoltre, è probabile che il povero utente sarà subissato di sconti e promozioni e, in qualsiasi periodo dell’anno potrà scegliere di cambiare fornitore. Questo tipo di sistema “costringe” il consumatore ad effettuare un continuo confronto delle offerte, col rischio di “esaurirsi” alla ricerca di quella migliore. Infine, in un mercato con una concorrenza spietata, nel lungo periodo la logica delle offerte al ribasso potrebbe produrre servizi sempre meno efficienti e, quindi il gioco potrà non valere la classica candela.

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