Niente grazia per il macellaio

Il presidente Mattarella nega l’annullamento della pena: Onichini poteva chiamare i soccorsi ma non l’ha fatto. Il ladro forse si poteva salvare. Di contro il rapinatore è latitante ma poteva essere arrestato prima di fuggire chissà dove. Il delinquente non ha scontato un giorno di galera e non pagherà il macellaio mentre quest’ultimo dovrà risarcirlo. Una vicenda kafkiana tipica del Bel Paese.

Roma – Niente grazia per il macellaio che sparò al ladro albanese il 22 luglio di 10 anni fa. Cosi ha deciso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in questi giorni ha posto il diniego alla richiesta di annullamento della pena a cui è stato condannato il commerciante. Walter Onichini, 39 anni, non l’ha presa bene ma c’è poco da fare. Il risentimento è più che giustificato ma non tanto per il rigetto dell’istanza a Mattarella quanto per la condotta, da latitante, di Elson Ndreca, 32 anni, condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione per aver rubato e non solo in casa del grossista di carni di Legnaro.

Walter Onichini con la moglie Sara

La pena, però, non l’ha mai scontata perché continua a risultare irreperibile. Di contro Onichini, condannato nei tre gradi di giudizio a 4 anni e 11 mesi per tentato omicidio, dopo i 16 mesi di carcere dovrà scontare la pena in casa da dove non dovrà allontanarsi dalle ore 22 alle 06 di ogni giorno tranne che per lavorare nella macelleria della sorella nelle ore mattutine e pomeridiane senza uscire dai confini regionali.

Per altro il macellaio dovrà anche risarcire il ladro con 25mila euro per le ferite riportate durante la sparatoria. La decisione di Mattarella ha subito innescato polemiche politiche a profusione, specie da parte del centrodestra e dei suoi leader che, in quanto a populismo, non sono secondi a nessuno. Il legale di fiducia del macellaio, l’avvocato Ernesto De Toni, spiega invece i motivi per i quali non è d’accordo sull’istanza rigettata:

Rilievi scientifici e balistici dopo la sparatoria

”Non condivido la decisione soprattutto alla luce della modifica della legittima difesa del 2019 e della condanna che lo straniero ha avuto per furto in abitazione, delitto che consente di difendersi a prescindere dalla proporzione con l’offesa – dice De Toni – Ndreca era illegittimamente presente in Italia, era un ladro professionista domiciliato a Milano dove viveva nel lusso grazie ai furti, quella notte con i suoi complici aveva fatto 300 km per razziare le abitazioni in Veneto nonostante la condanna di tre anni e 8 mesi, è venuto a testimoniare senza che venisse emesso a suo carico l’ordine di carcerazione che l’avrebbe portato dietro le sbarre…”.

A De Toni risponde il difensore del ladro albanese, l’avvocato Nunzia Milite:”

«Ndreca non era un pregiudicato – aggiunge la penalista – aveva un contratto di lavoro, era stato espulso prima del tentato omicidio perché non aveva rinnovato il permesso di soggiorno, aveva chiesto di rientrare in Italia per testimoniare al processo, poi è tornato all’estero…”.

Una delle manifestazioni in difesa del macellaio condannato

Al di là delle facili battute della serie il ladro a spasso, il derubato in galera, si dovrebbero ricordare i fatti e le ricostruzioni della sparatoria per meglio comprendere la condanna inflitta ad Onichini di concerto con la grazia negata. Era la notte 22 luglio del 2013 quando il macellaio di Legnaro era stato svegliato di soprassalto da alcuni rumori provenienti dal piano terra della sua abitazione. Spaventato dalla possibilità che ci fossero i ladri l’uomo aveva imbracciato il fucile e vedendo tre persone che cercavano di fuggire da casa sua, aveva sparato dal balcone.

Uno dei tre ladri era stato colpito ad un fianco e pativa una perforazione gastrica. Poi, aveva raccontato Onichini al processo, il macellaio aveva caricato Ndreca nella sua auto per portarlo in ospedale. Invece l’albanese sarebbe stato scaricato dentro un fossato e sarebbe morto se un passante non l’avesse notato per poi dare l’allarme. All’epoca dei fatti Onichini riferiva che il ladro lo avesse minacciato con un coltello, motivo per cui il macellaio l’aveva abbandonato strada facendo scaricandolo dall’auto. Versione questa che non ha convinto i magistrati nei tre gradi di giudizio. Dunque perché Onichini non aveva chiamato il 112 sul luogo della sparatoria? Atteso anche che i due complici, ancora non identificati, erano già fuggiti?

Sergio Mattarella ha negato la grazia

Walter Onichini si era anche pentito in udienza del suo comportamento addossando al panico le sue reazioni. Ndreca, a sua volta, dovrebbe risarcire il macellaio con 15 mila euro, oltre ai 5 mila euro per le spese processuali. Ma lui è uccel di bosco dunque amen. Non ci sono vinti, né vincitori in questa triste vicenda. Triste sotto tutti i punti di vista.

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