Che l’arte faccia bene alla salute psicofisica delle persone lo si sapeva da tempo. Quest’ipotesi ha avuto ulteriori avalli, se mai ce ne fosse stato bisogno, da alcuni studi scientifici che hanno dimostrato come arte e salute siano un binomio vincente.
Roma – Secondo una ricerca, a cura della Libera Università privata di lingue e comunicazione IULM di Milano, il solo andare al museo produce una riduzione dei livelli di stress e ansia. Per la precisione i soggetti sottoposti al test hanno evidenziato un aumento medio del benessere del 40% ed un calo del 60% del cortisolo, l’ormone simbolo dello stress. Nei momenti di maggior tensione determina la crescita della glicemia e grassi nel sangue, mettendo a disposizione l’energia di cui il corpo ha bisogno. Ma non è finita qui. Altro che Pronto Soccorso! Visitare un museo provocherebbe un calo del dolore cronico, una crescita della vita media di una persona ed è un antidoto per la demenza senile.
L’esperimento è stato verificato con ottimi risultati, ad esempio, al Museo di Palazzo Abatellis di Palermo che in accordo col Policlinico ha attuato una sorta di “terapia non farmacologica” attraverso “percorsi di bellezza museale” per pazienti con disturbi della memoria con lo scopo di recuperare i loro ricordi autobiografici. L’arte-terapia è stata sperimentata in altre realtà, ad esempio negli USA: al Tampa Museum in Florida e al MOCA (Museum of Contemporary Art) di Los Angeles.
Ma anche in Francia, al MO.CO, il Museo d’arte contemporanea di Montpellier. Ebbene, in tutte queste realtà l’arte si è sempre dimostrata un strumento valido, accanto alle terapie farmacologiche, nei confronti di malattie umorali e comportamentali. Uno studio dell’Università di Londra ha evidenziato come l’arte intensifichi nel visitatore la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore che ha una funzione di controllo su: il movimento, la cosiddetta memoria di lavoro, la sensazione di piacere, la ricompensa, i meccanismi di regolazione del sonno, alcune facoltà cognitive e la capacità di attenzione. D’altronde la bellezza è una parte importante della vita.
E’ quella qualità che riesce ad appagare l’animo attraverso i sensi, diventando oggetto di meritata e degna contemplazione, se si è dotati di particolari finezze poetiche. Oppure può essere ricercata in modo più modesto nella vita quotidiana. Anche se andare ad una mostra d’arte o al museo generasse solo un effetto placebo, sono, comunque, esperienze da promuovere per i suoi effetti benefici. In medicina, il placebo è una sostanza priva di principi attivi specifici, ma che viene somministrata come se avesse veramente proprietà curative. Lo stato di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento può migliorare, a condizione che il paziente riponga fiducia in tale sostanza o terapia. Le nuove ricerche, hanno, comunque, dimostrato che è qualcosa di molto più profondo e complesso che va al di là del benessere momentaneo che può scaturire dall’effetto placebo.
Perché ammirare una “tela” di un grande pittore, oltre agli effetti benefici sulla nostra salute, stimola il nostro intelletto ad una continua interpretazione, a fare collegamenti, a ricercare allegorie e significati celati. In questa maniera si mette in movimento la nostra mente, sollecitandoci a ricerche ulteriori e, nel frattempo, si producono endorfine che fanno bene al corpo e allo spirito. Inoltre, le attività di tempo libero dedicate alle arti e alle visite museali non fanno bene solo al singolo individuo, ma all’intero gruppo sociale. Si stabiliscono rapporti di diversa natura, psicologici, comportamentali, biologici e sociali. Una miscela veramente sensazionale che converrebbe diffondere a macchia d’olio.