L’operazione dei carabinieri svela il pericolo legato a caricabatterie non conformi collegati a una tragica morte di una ragazza a Montefalcione. Gli indagati dovranno rispondere di frode in commercio e omicidio colposo.
Avellino – I carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino, che vede quali destinatari cinque imprenditori, operanti in Toscana e Lombardia. Ed invero, proprio nei comuni di Calenzano (FI), Sesto Fiorentino (FI), Pontedera (PI) e Trezzano sul Naviglio (MI) gli indagati, quattro dei quali di origini cinesi, sono stati raggiunti dalla notifica del provvedimento cautelare che ha sottratto alla loro disponibilità un gran numero di caricabatterie di fabbricazione cinese che, allo stato, sono risultati non conformi agli standard di fabbricazione comunitari e pertanto potenzialmente pericolosi.
Il procedimento penale, nel quale i cinque imprenditori -nelle rispettive qualità di importatore e distributori- risultano indagati, nasce dalla tragica morte di una ragazza quindicenne avvenuta nel comune di Montefalcione (AV); il decesso segui alla scarica elettrica – risultata fatale – che si propagò attraverso il corpo della minore direttamente dalla estremità libera del cavo USB che stava utilizzando mentre era nella vasca da bagno.
Le indagini – svolte dai militari della Compagnia di Mirabella Eclano e coordinate da questo Ufficio, che si è avvalso del contributo del Reparto tecnologie informatiche del RACIS – hanno accertato, allo stato degli atti, l’esistenza nella tipologia di caricabatterie utilizzata dall’adolescente di difetti di fabbricazione di uno dei componenti interni. Più precisamente il “condensatore ceramico a disco” di questo particolare prodotto di importazione cinese – dopo essere stato sottoposto ad accertamenti tecnici non ripetibili – avrebbe mostrato “diferti riconducibili alla scarsa qualità tecnica del materiale con il quale tali dispositivi sono realizzati’ Secondo il giudizio del RACIS, laddove il condensatore interno del caricabatterie fosse stato costruito impiegando componenti elettrici in armonia con i criteri tecnici, l’evento letale non si sarebbe verificato. I dispositivi posti in sequestro, tra l’altro, sono risultati privi di foglio di istruzioni d’uso, delle avvertenze di sicurezza e dichiarazioni di conformità “CE**; cosi come della marcatura di “classe ym che le norme tecniche richiedono per i dispositivi elettronici di tale specie.
I cinque indagati sono chiamati a rispondere dei reati di frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi mendaci, nonché del reato di omicidio colposo in pregiudizio dell’adolescente di Montefalcione La diffusione di tale prodotto sull’intero territorio nazionale ha indotto questo Ufficio a estendere le ricerche dello stesso oltre il proprio circondario di competenza e ad adottare la presente comunicazione al fine di tutelare l’incolumità dei consumatori.