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Le risorse della terra sono già esaurite a metà anno

Il 2 agosto scorso si è celebrato l’Overshoot Day, il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra. Ovvero il momento in cui si sono già esaurite le risorse biologiche che la Terra rigenera in un anno intero. Siamo messi male.

Roma – Per questi motivi nel 2003 fu istituito un Centro Studi, il Global Footprint Network per sviluppare e promuovere strumenti a favore della sostenibilità, tra cui l’impronta ecologica e la biocapacità, che misurano la quantità di risorse che utilizziamo e quante ne restano. Lo scopo era di portare i limiti ecologici al centro del processo decisionale. Beh, sono passati 20 anni e al centro del processo decisionale i limiti ecologici ci sono ben poco. L’Overshoot day è il giorno in cui iniziamo a consumare quello che appartiene non a noi, ma ai nostri figli e nipoti. Da questo preciso momento siamo in debito ecologico, sottraendo beni a scapito del futuro.

La corsa insostenibile verso l’esaurimento delle risorse

Ovvero consumiamo più risorse di quelle che ricresceranno. Una sorta di bulimia che ci porta a distruggere la Terra ad una velocità tale che non è consentita in natura. Ad esempio, il consumo di combustibili fossili spezza l’equilibrio geologico del carbonio. Gli effetti, nel tempo, li stiamo subendo sulla nostra pelle, comportano degrado del suolo, depauperamento delle risorse alimentari, scomparsa della biodiversità e aumento di gas serra. Ovvero, come sostiene il Global Footprint Network: “La data segna il momento in cui la domanda di risorse naturali da parte dell’umanità supera la capacità della Terra di rigenerarle entro quell’anno”. Ma la malattia è incurabile? I più ottimisti sostengono che qualche antidoto esiste.

Ad esempio, eliminando gli sprechi alimentari, guadagnandone circa un terzo; utilizzando l’energia rinnovabile al posto di quella fossile; facendo crescere l’efficienza, con cui si tagliano una discreta percentuale delle emissioni di gas serra, che sono considerati tra i maggiori responsabili di uragani e siccità; recuperando i materiali scartati. Se gli antidoti esistono, ciò che manca è la volontà di metterli in pratica o non nella maniera più incisiva. Ma la politica sembra voltare lo sguardo in un’altra direzione o decide con molta apprensione.

Approvata a fatica la Nature Restoration Law dell’UE

Com’è capitato al Parlamento europeo che ha approvato, a fatica, il testo della Nature Restoration Law, che prevede il ripristino degli ecosistemi degradati entro il 2030, di restituire fertilità alla Terra e di avere più alberi che sono utili per ripulire l’aria e sono un sollievo quando si verificano i picchi di caldo. L’anno scorso ci sono stati 18 mila decessi a causa delle temperature molte elevate. Hanno votato contro le destre, europea e italiana.

E poi si parla di transizione ecologica! Ed è molto probabile che l’incertezza nel prendere decisioni da parte delle istituzioni è proprio dovuta al fatto che la crisi ecologica non è di interesse di tutte le forze politiche. Per cui si assiste o all’immobilità o a provvedimenti di compromesso, che hanno scarsa efficacia. Mentre la presa d’atto dovrebbe appartenere a tutti, perché i ritardi stanno solo facendo precipitare la situazione. I dati non mentono. Nel 1970 gli ecosistemi globali erano ancora stabili. Dieci anni dopo, i primi scricchiolii: l’Overshoot Day si è fermato al mese di novembre. Fino a calare a settembre nel 2000. Nell’ultimo ventennio il precipizio si è aperto sempre di più, tanto che il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra è capitato il 2 agosto come quest’anno. Un cammino a ritroso, che promette solo disastri!

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