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Consiglio comunale di Catania: giuramento ed elezione dei presidenti

Affrontare le criticità del patrimonio immobiliare comunale a Catania per un cambiamento effettivo. I catanesi si aspettano una svolta.

Roma – Il Consiglio comunale etneo è stato convocato per il giuramento degli eletti, la verifica di eventuali incompatibilità e l’elezione del Presidente e di due vice, di cui uno vicario, dell’assemblea cittadina. Nessuna emozione pare esserci per l’elezione, già concordata, del presidente, mentre sui 2 vicepresidenti la partita è più aperta sia all’interno della maggioranza che nell’opposizione, per la disputa tra Pd e M5s ed all’interno di FI. In ogni caso, ufficialmente, prenderà il via il “nuovo corso” del consiglio comunale tra new entry e consiglieri stagionati, tirati a lucido per l’occasione.

Arriverà anche il neosindaco Enrico Trantino per leggere il giuramento alla presenza dei consiglieri comunali. Non ci affascinano le dispute e le rivalità interne ed esterne tra centrodestra e sinistra per gli incarichi che sono all’ordine del giorno, quel che più, invece, ci piacerebbe vedere, e già dal momento dell’avvenuta nomina degli assessori, che si agisca per ripristinare un po’ di ordine, giustizia e legalità in ogni ambito. Per esempio, iniziando a monitorare il patrimonio immobiliare del Comune di Catania, che sembra essere una cenerentola. Così, almeno, è stato per molti anni, senza che alcuno abbia avuto il coraggio di disporre la decadenza dell’assegnazione per le più svariate ragioni che molto spesso sono sotto gli occhi di tutti. Tanti gli Enti del Terzo Settore che cercano una sede comunale invano, nonostante l’impegno in tanti settori e verso i più fragili, in attuazione del principio di sussidiarietà.

Enrico Trantino

Certamente se non si ha il coraggio di intervenire, in determinati casi specifici, con la scusa che bisogna prima monitorare, controllare, verificare e deliberare, è sicuramente un brutto inizio. È come buttare la palla in tribuna per perdere tempo, con le complicità a tutti i livelli dei settori municipali interessati. Insomma, se si ha la certezza, per diversi motivi, che vi sono i presupposti per formalizzare la decadenza della concessione e assegnazione degli immobili o depositi, che senso ha che si faccia un monitoraggio complessivo su tutto il patrimonio immobiliare quando vi è la certezza di una irregolarità? È un atteggiamento che serve solo a non intervenire nello specifico, per tutelare, incomprensibilmente oppure consapevolmente, qualche assegnatario. Non vi è alcun dubbio.

D’altronde è risaputo che quando si vuole perdere tempo, si affermi che si sta svolgendo una analisi più complessa e generale che, di fatto, impedisce, non si sa per quali motivi, un intervento immediato. Insomma, è come se essendo a conoscenza di una violazione, non si elevi subito un verbale di accertamento, ma si rinvii per esaminare tutta la casistica esistente, con il pretesto di dover fare, per tutti, un unico atto di indagine delle diverse e più strane vicende, al fine di disporre gli atti conseguenziali erga omnes.

In tal modo si rischia, però, che l’ignavia si trasformi in connivenza e possibilmente in danno erariale, senza parlare di altro tipo di responsabilità. Il motivo di tale dinamica è sotto gli occhi tutti, e cioè quello di non volere colpire solo un responsabile dell’infrazione, perché potrebbe apparire (ma lo può pensare solo chi è in mala fede) un intervento ad personam. Allora, per legittimare il proprio comportamento, si decide (e non sempre) di perdere tempo ed allargare il campo di analisi, onde potere affermare che è una decisione che riguarda tutti. Insomma, si sceglie di deresponsabilizzarsi anziché intervenire nell’immediato, in virtù di una decantata “regola generale”, nonostante si abbia la prova indubbia dell’irregolarità.

Senza considerare che perdendo tempo si offre la possibilità di nascondere, salvare, occultare fatti, circostanze e vicende, che da un sommario sopralluogo potrebbero non apparire. Tranne scavando in profondità. La verità è che non si può invocare una maggiore responsabilità e senso civico del cittadino, se per primo l’ente preposto a vigilare, cioè il municipio di Catania, nei suoi rappresentanti, amministratori, funzionari e dirigenti, si girano dall’altra parte. Siamo allo “start”, buon proseguimento, confidando nella schiena dritta di chi non intende fare come le tre mitiche scimmiette.

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