Pene per 73 anni e 1 mese di reclusione per la “congrega” che ne avrebbe fatte di tutti i colori con i soldi destinati alla carità e non solo. I presunti responsabili respingono le accuse ma il castello accusatorio sarebbe solido come le mura vaticane…
CITTA’ DEL VATICANO – Ancora una pesante tegola si è abbattuta sul cardinale Giovanni Angelo Becciu: la Procura vaticana ha chiesto una condanna a 7 anni e 3 mesi di carcere (oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa) per le illegalità rilevate nella cattiva gestione dei fondi della segreteria della Santa Sede. Con quelli di Becciu ammontano a 73 anni e 1 mese di reclusione le pene richieste per i 10 imputati nel medesimo “affaire” sporco, oltre a interdizioni dai pubblici uffici, sanzioni pecuniarie e confische milionarie.
Gli inquirenti vaticani, con a capo il promotore di giustizia Alessandro Diddi, sono convinti della colpevolezza della “congrega” ma, monsignor Becciu in testa, i presunti responsabili reiterano la loro innocenza. Per gestione illegale dei soldi gli inquirenti intendono reati precisi che vanno dal peculato alla truffa, dall’abuso d’ufficio all’appropriazione indebita, dalla corruzione all’estorsione. Insomma non sono bruscolini e le prove sarebbero schiaccianti. Il verdetto, di quello che si può definire il primo maxi-processo in Santa Sede, il più importante in campo finanziario per capi d’accusa e personaggi di spicco coinvolti, potrebbe intervenire entro fine anno:
“Le richieste del promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo – dicono Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, avvocati difensori di Becciu – che ha dimostrato l’assoluta innocenza del cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa…
Monsignor Giovanni Angelo Becciu
Sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento, il promotore di giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del promotore, neanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell’assoluta innocenza e l’assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo. Il cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa ed ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate ad estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza”.
Per gli altri imputati le richieste di pena sono altrettanto pesanti:
- René Brulhart 3 anni e 8 mesi di reclusione, interdizione temporanea dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa
- monsignor Mauro Carlino 5 anni e 4 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 8.000 euro di multa
- Enrico Crasso 9 anni e 9 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 18.000 euro di multa
- Tommaso Di Ruzza 4 anni e 3 mesi di reclusione, interdizione temporanea dai pubblici uffici e 9.600 euro di multa
- Cecilia Marogna 4 anni e 8 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa
- Raffaele Mincione 11 anni e 5 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 15.450 euro di multa
- Fabrizio Tirabassi 13 anni e 3 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 18.750 euro di multa
- Nicola Squillace 6 anni di reclusione, sospensione esercizio professionale come avvocato e 12.500 euro di multa
- Gianluigi Torzi 7 anni e 6 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 9.000 euro di multa
Per quanto riguarda le società Logsic Humanitarne Dejavnosti di Cecilia Marogna, Prestige Family Office, Sogenel Capital Investment e Hp Finance riconducibili all’imprenditore Enrico Crasso, le pene richieste riguardano forti sanzioni pecuniarie da centinaia di migliaia di euro, confische di congrue somme di denaro e divieti di contrattazione con le pubbliche amministrazioni.
E non basta: confische per decine di milioni di euro sono state chieste anche per gli imputati a cominciare dallo stesso cardinale Becciu, tutto questo a due anni dall’inizio del processo. Il porporato di 75 anni era stato travolto dal colossale scandalo finanziario culminato con le sue dimissioni imposte da Papa Bergoglio nel 2020. Becciu, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, sarebbe responsabile di speculazioni finanziarie operate con una montagna di soldi destinati alla carità ed ogni sorta di intrigo come quello con Cecilia Marogna, sua conterranea ed esperta di intelligence. Ma sotto sotto ci sarebbe molto di più.