La tragica vicenda è ancora poco chiara. Il panettiere killer avrebbe ucciso il presunto amante della moglie e poi la figlia a cui avrebbe rivolto attenzioni intime più volte. La donna non ha mai denunciato le violenze patite.
TORREMAGGIORE (Foggia) – La spiava con telecamere e telefonino perché convinto del suo tradimento. Quando ne avrebbe avuto l’ennesima conferma l’uomo ha preso un coltello ed ha ucciso il rivale in amore, la figlia di 16 anni ed ha ferito gravemente la moglie. Per miracolo si è salvato l’altro figlio di 5 anni perché si era nascosto dietro il divano. Questo è in sintesi il tragico bilancio di una giornata di pura follia che ha armato la mano di Taulant Malaj, detto Andrea, panettiere albanese di 45 anni, che riteneva ci fosse una relazione adulterina fra la moglie Tefta, 39 anni, casalinga, ed il vicino di casa Massimo De Santis, 51 anni, barista, che sarebbe iniziata, a suo dire, oltre un anno fa.
Da una prima ricostruzione degli eventi omicidiari fatta dagli inquirenti, anche sulla scorta del racconto dell’indagato, reo confesso, Malaj, sposato con la moglie in Albania dal 2005, lo scorso 6 maggio avrebbe avuto modo di constatare, attraverso alcuni video, un altro incontro clandestino fra la moglie ed il suo vicino di casa. I due presunti amanti, ha riferito l’indagato ai magistrati, avrebbero preso un caffè insieme. Malaj, una volta rientrata la moglie a casa, sarebbe andato su tutte le furie minacciando la donna di andare via di casa. Poi l’uomo si sarebbe recato al forno “La Tartara” di Torremaggiore per poi tornare sui suoi passi considerata l’insistenza della donna che lo pregava di tornare nella loro abitazione di via Togliatti.
Ma intorno alle 12 di quel maledetto sabato Malaj avrebbe rivisto la moglie ed il suo presunto amante nell’auto del barista, una Maserati, mentre discutevano tranquillamente. Nel pomeriggio Tefta sarebbe andata ad una festa con il figlio più piccolo. La sera i due coniugi sarebbero andati a dormire. Il fornaio si sarebbe svegliato di soprassalto a notte fonda e avrebbe sorpreso la moglie mentre chattava a telefono con il suo amico. A questo punto fra i due scoppiava un violento litigio con calci, pugni e spintoni.
L’uomo si armava di un grosso coltello da cucina e affrontava, intorno alle 1.27, il povero Massimo De Santis che rientrava dal lavoro. Il barista veniva accoltellato all’addome e alla gola con ventuno terribili fendenti e stramazzava sul pavimento dell’androne d’ingresso in un lago di sangue. Il panettiere tornava in casa tentando di accoltellare la moglie ma la figlia Gessica pare si sia frapposta tra il padre e la madre per difendere quest’ultima dalla violenza del genitore.
Ormai la furia omicida di Malaj diventava irrefrenabile e mentre la ragazza faceva da scudo alla madre l’uomo la colpiva a morte con diversi fendenti al torace e al collo per poi ferire gravemente la stessa Tefta che si accasciava sul pavimento di casa sopra la figlia ormai cadavere. Dopo la mattanza il panettiere, con i vestiti ancora sporchi di sangue, girava un video della strage familiare insultando la moglie e preoccupandosi di postare il file sui social dove diventava virale in una manciata di minuti. Subito dopo Malaj chiamava il fratello che poco dopo giungeva in casa assieme alla moglie.
Ad entrambi i congiunti l’uomo confessava ciò che aveva fatto mentre, poco dopo, giungevano i carabinieri che bloccavano il presunto assassino. I militari si accertavano che il figlio più piccolo della coppia stesse bene poiché il padre, ultimata la strage, aveva chiesto del figlioletto che, in quel terribile trambusto, si era nascosto sotto il divano per sfuggire alla fredda determinazione omicida del padre.
Gli investigatori sequestravano i telefonini del presunto assassino e della moglie per verificare le accuse dell’uomo nei confronti del coniuge. Poi il trasferimento in carcere di Taulant Malj che rendeva ampia confessione davanti agli inquirenti e ai suoi difensori, avvocati Michele Maiellaro e Giacomo Lattanzio. IL fratello del barista morto ammazzato, Gianluca De Santis, ha escluso che fra la vittima e Tefta ci fosse una relazione adulterina. La donna, ricoverata al Policlinico di Foggia, è ancora sotto osservazione ma si lascia andare a dichiarazioni sconvolgenti rilasciate alla stampa albanese:” Jessica mi ha difesa – ha detto la donna – me l’ha uccisa dopo averla molestata sessualmente. Quell’uomo è un mostro…”.
Le dichiarazioni della donna, gravissime e tutte da verificare, cozzano con la versione dei fatti raccontata dall’odierno indagato il quale avrebbe riferito agli inquirenti di essere rimasto in casa prorio per volontà di Tefta nonostante l’uomo fosse convinto dei suoi tradimenti. E poi perchè la donna non avrebbe denunciato le supposte molestie sessuali patite dalla figlia? Questi ed altri quesiti verranno chiariti dagli investigatori che proseguono le indagini.