Eva Kant, Diabolik e il malvagio King. E il peggio, forse, deve ancora venire

Proseguono le indagini sul Qatargate. L’avvocato di Eva Kaili perora l’innocenza della fascinosa politica greca, vengono confermate le detenzioni e sono in arrivo fuochi d’artificio “grazie” a Panzeri.

Milano – Sembra un fumetto ma non lo è. Una brutta, bruttissima storia quella che ha visto protagonista principale l’ex l’vicepresidente greca del Parlamento Europeo Eva Kaili. Mentre per i giornali la condanna mediatica è già stata decretata l’accertamento dei fatti procede a rilento e le ricerche degli inquirenti sono concentrate sul rinvenimento di somme di denaro contante.

Kaili è al centro delle indagini sulla presunta corruzione del Qatar, che ha scosso il Parlamento europeo e innescato profondi interrogativi nei corridoi del potere a Bruxelles. È stata arrestata dalla polizia belga in una serie di irruzioni che hanno trovato, tra l’altro, sacchi pieni di soldi nel suo appartamento.
Il padre di Kaili è stato arrestato il 9 dicembre all’hotel Sofitel di Bruxelles con una valigia piena di contanti. Secondo il mandato d’arresto emesso lo stesso giorno per l’eurodeputata greca, Kaili ha ammesso di aver ordinato a suo padre di nascondere il denaro. La donna dice di essere venuta a sapere dell’esistenza denaro il giorno dell’arresto del suo compagno Giorgi e di essere stata presa dal panico.

Francesco Giorgi, Eva Kaili e Pier Antonio Panzeri.

Alla luce di ciò ha chiamato il padre dicendogli di prendere la valigia con i soldi e il biberon del bambino dal suo appartamento. L’uomo è stato fermato mentre si dirigeva in aeroporto. Morale, il padre è stato rilasciato, mentre lei, il compagno Francesco Giorgi e l’ex eurodeputato PD Pier Antonio Panzeri restano nel carcere belga e proseguono le indagini. Sono accusati di appartenenza a un’organizzazione criminale, riciclaggio di denaro e corruzione. Roba da poco insomma. Relativamente a Panzeri, non nuoce rammentare che sono 600mila gli euro rinvenuti nel residence di Bruxelles dove viveva l’ex eurodeputato. La somma risultava nella disponibilità della moglie, Maria Dolores Colleoni e della figlia Silvia Panzeri.

Michalis Dimitrakopoulos, l’avvocato di Kaili in Grecia ha raccontato gli ultimi sviluppi della losca vicenda:

Quando suo marito è stato arrestato, era in una zona vicina del garage, ma erano insieme. Non è stato annunciato quale fosse il motivo dell’arresto. In quel momento, ha saputo del contenuto della valigia dal suo compagno. Un’opzione era denunciarlo alla polizia, la seconda era portare i soldi al suo proprietario. Non ha alcun obbligo di denunciare suo marito ai sensi del diritto europeo. Kaili ha cercato di chiamare Panzeri e altri per prendere i soldi che appartenevano a loro, “i soldi sporchi”. Ha chiamato suo padre perché venisse“.

Dimitrakopoulos sostiene che Kaili è innocente non avendo lei mai affermato di essere a conoscenza o di aver partecipato agli atti di cui è accusato il suo partner. Inoltre non ha mai avuto la proprietà o il possesso del denaro trovato nell’appartamento condiviso. Non ha mai accettato tangenti in vita sua. La sua presenza in tribunale è prevista per giovedì mattina e si deciderà se rimarrà in carcere in attesa del processo. Intanto l’ultimo acquisto della squadra di avvocati di Kaili, Sven Mary, noto tra le altre cose per aver difeso il terrorista Salah Abdeslam (uno dei membri del commando responsabile degli attacchi coordinati di Parigi del 13 novembre 2015, ndr), ha presentato ricorso contro la proroga della sua carcerazione preventiva, decisa giovedì dalla camera di consiglio di Bruxelles.

Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo.

Mary spinge per il rilascio immediato, sostenendo che la sua detenzione è paragonabile a una “tortura“, anche perché viene tenuta lontana dalla sua bambina. In merito a ciò 10 eurodeputati del gruppo S&D, tra cui diversi italiani, hanno scritto una lettera alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, per denunciare che in quasi 3 mesi è stato permesso alla donna di vedere sua figlia solo 2 volte. La bimba, che ha 2 anni, si trova al momento con i nonni visto che anche il padre Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri e attuale di Cozzolino, non se la passa benissimo ed è anch’egli detenuto dato il suo attivo coinvolgimento nello scandalo.

Kaili vuole assolutamente un confronto con Pier Antonio Panzeri, il quale ha recentemente ottenuto lo “status” di pentito impegnandosi così a collaborare attivamente alle indagini. I due, insieme all’eurodeputato belga Marc Tarabella sono comparsi giovedì davanti alla sala consiliare. La difesa di Eva Kaili chiedeva il suo rilascio in condizioni o almeno sotto sorveglianza con la dotazione di un braccialetto elettronico. I legali di Marc Tarabella hanno chiesto la scarcerazione del loro assistito mentre il difensore di Pier Antonio Panzeri si era affidato alla decisione della Camera e quindi non ha chiesto la scarcerazione. È andata male per tutti e 3.

Resta in carcere Pier Antonio Panzeri.

La camera di consiglio ha deciso infatti giovedì in tarda serata di tenere i 3 in carcere. È stata prorogata di 2 mesi la detenzione di Kaili e Panzeri e di un mese quella di Marc Tarabella. In totale sono 5 le persone attualmente indagate: Pier Antonio Panzeri, ex eurodeputato e fondatore dell’Ong Fight Impunity, Eva Kaili, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Francesco Giorgi, suo compagno ed ex assistente parlamentare di Panzeri, il lobbista Niccolò Figa-Talamanca e l’eurodeputato Marc Tarabella. Tutti sono stati sottoposti a mandato di cattura. Solo Niccolò Figa-Talamanca è stato rilasciato all’inizio di febbraio.

L’affare rischia di ingigantirsi ancor di più dato che Panzeri pare abbia tanta voglia di parlare e le cose da dire rischiano di inguaiare altri personaggi di spicco dell’Europarlamento, dando così un’altra sonora mazzata alla ormai diafana credibilità del mondo politico europeo.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa