Un giro d’affari da quasi 10 milioni di euro per un’organizzazione criminale ramificata non solo nel Nord Italia, ma in tutta Europa. Muovevano ingenti quantità di droga tramite navi e mezzi pesanti.
Padova – Eseguite 13 misure cautelari per traffico di droga e tentato omicidio. Al termine di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Padova, la Squadra mobile, in collaborazione con il Reparto prevenzione crimine Veneto, le Squadre mobili di Udine, Rimini, Trieste, Gorizia, Milano e i commissariati di Jesolo e Tolmezzo, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di 18 misure cautelari (tre custodie cautelari in carcere, due arresti domiciliari e 13 obblighi di dimora). Al momento 5 destinatari delle misure risultano irreperibili sul territorio nazionale in quanto all’estero.
I provvedimenti sono stati disposti dal Giudice per le indagini preliminari di Padova nei confronti di persone residenti e dimoranti nelle province di Padova, Udine, Rimini, Venezia, Trieste, Gorizia, e Milano, accusate di traffico illecito di cocaina, hashish e marijuana.
Tre degli indagati sono anche accusati di tentato omicidio e porto illegale di armi da fuoco, in relazione ad una sparatoria avvenuta a Ibiza (Spagna) nel giugno 2021, in cui rimase gravemente ferito uno chef italiano. Effettuate pure 24 perquisizioni domiciliari nelle stesse province e in quelle di Torino, Verona e Brescia.
L’ordinanza trae origine dall’attività investigativa svolta dalla Squadra mobile di Padova, che ha consentito di evidenziare una serie di elementi a carico di un gruppo di spacciatori collegati con il traffico locale e internazionale di stupefacenti, e che disponevano di una consolidata clientela nel Nord-Est Italia a cui smerciare notevoli quantità di cocaina e marijuana.
L’indagine si è concentrata inizialmente intorno alle figure di due 33enni, odierni destinatari di misura cautelare in carcere, di cui venivano intercettate nel gennaio 2021 una serie di conversazioni relative alla negoziazione di 1 kg di cocaina che avrebbero dovuto acquistare da un grossista di Padova. Ma l’acquisto sfumò a causa dell’indisponibilità dello stupefacente da parte del venditore.
Dopo quell’episodio i due presero contatti con un 42enne di Fiesso d’Artico (Venezia), titolare di una ditta, arrestato poi nel corso dell’indagine, che si diceva in grado di far fronte alla fornitura richiesta. Nelle intercettazioni faceva spesso cenno a un fornitore albanese, poi individuato dai poliziotti e anche lui destinatario di custodia cautelare in carcere. Da questo episodio è nata una lunga e intensa collaborazione che ha portato a numerosi incontri finalizzati ai traffici illeciti, monitorati dagli investigatori della Mobile padovana. Le intercettazioni hanno consentito, di volta in volta, di seguire gli indagati nelle attività del trasporto e di individuare poi il luogo nel quale la droga veniva depositata.
Nel periodo dell’indagine è stato stimato un traffico di circa 109 kg di sostanze stupefacenti, 47 dei quali sequestrati dai poliziotti in diverse occasioni. Sequestrato pure un libro mastro, con diversi conteggi relativi ai proventi ottenuti dalle vendite della droga. Grazie ai servizi tecnici attivati, gli investigatori hanno intercettato l’arrivo di un mezzo pesante proveniente dal porto di Brindisi. In quella circostanza è stato documentato l’acquisto, il trasporto e il contestuale pagamento di almeno 10 kg di cocaina, poi rinvenuta e sequestrata dai poliziotti.
Gli investigatori hanno anche documentato il tentato “colpaccio” degli indagati, che stavano organizzando l’acquisto di 100 kg di cocaina dall’America centrale, che sarebbe giunta in Italia passando per il porto di Anversa. Progetto che sfumò, ma che rende l’idea del volume di traffico che gli indagati erano in grado di sostenere. A segnare l’indagine è stato il tentato omicidio cui hanno preso parte nel giugno 2021 ad Ibiza i due 33enni indagati, assieme ad un 36enne con il quale avrebbero dovuto iniziare una collaborazione in Spagna, consistente in estorsioni e traffico di droga.
Il 36enne, incoraggiato dai due complici, che, oltre a fornirgli l’arma, lo avrebbero affiancato durante l’assalto, manifestava l’intenzione di vendicarsi di un ragazzo, a causa dell’atteggiamento spavaldo tenuto di fronte ad una donna. I tre fecero irruzione armata in una villa nella quale si stava tenendo una festa, raggiungendo la vittima che veniva colpita alla testa e alle gambe con 6 colpi d’arma da fuoco.