L’appello di un gruppo di sostenitori mosso dalla volontà di portare avanti l’importante progetto “Gigliopoli” per bambini bisognosi e gracili.
Roma – Chi, da bambino, non avrebbe voluto vivere in un eden senza averlo mai trovato? Eppure esiste. In uno scenario di rara e suggestiva bellezza. Si chiama Capo Milazzo, promontorio della città perla della costa tirrenica che, tra rigogliosi vigneti e uliveti secolari, ospita la “Baronia”, un complesso architettonico comprendente la villa patrizia dei Lucifero e la pertinente tenuta, 23 ettari di terra coltivata, oggi di proprietà della stessa famiglia.
La famiglia Lucifero possedeva diverse dimore che utilizzava in differenti periodi dell’anno, la più importante delle quali è “La Villa” al Capo, immersa nella vasta Baronia feudale di San Nicolò che, nel XVII secolo, apparteneva, come feudo, alla famiglia Baeli. Di seguito venne poi trasmesso, per successione nel 1751, insieme al titolo, a Paolo Lucifero, antenato del Barone Giuseppe Lucifero. Nel dopoguerra le sorti della famiglia e dell’ingente patrimonio gravarono su Maria Lucifero, figlia nubile del Barone Giuseppe e ultima erede diretta, poi deceduta a Bari nel 1956.
La nobildonna, nel suo testamento olografo, legò una rilevante parte dei possedimenti dei Lucifero al Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri di Malta, con l’onere di destinare il ricavato delle rendite ad una costituenda fondazione, le cui finalità avrebbero dovuto essere quelle della “istituzione di un colonia permanente per bambini bisognosi e gracili, con particolare preferenza per i nati a Milazzo ed a Capo Milazzo. ”I beni oggetto del legato, nell’ipotesi di rinuncia, avrebbero dovuto essere destinati all’istituzione di una fondazione, avente gli stessi scopi e finalità. A seguito di rinunzia al lascito da parte del Sovrano Ordine di Malta, della costituzione della Fondazione si occupò, in esecuzione alla volontà della Baronessa, e, soprattutto, del di lei padre, l’esecutore testamentario.
I beni oggetto del legato, nell’ipotesi di rinuncia, avrebbero dovuto, comunque, essere destinati all’istituzione di una fondazione, avente gli stessi scopi e finalità. Da allora, la Fondazione espleta con mezzi finanziari esclusivamente propri, attività a carattere socio-assistenziale ed educativo– didattico-ricreativo-ambientale in favore di minori, con particolare attenzione verso i soggetti in maggior stato di disagio economico e/o sociale ed i portatori di handicap, per i quali i servizi offerti hanno carattere gratuito.
È proprio la Baronia ad ospitare, da quasi due decenni, “Gigliopoli: la città dei bambini spensierati”, un progetto nato dal partenariato con l’associazione “Il Giglio”. Una vera comunità piccina, un paradiso terrestre, un luogo immerso nella natura. Gigliopoli è un centro di aggregazione giovanile, una piccola città fatta a misura di bambino, un’officina di idee, collaborazioni e sperimentazione educativa all’interno di una struttura multi-funzionale, un orto e un frutteto biologico per la preparazione dei pasti dei bambini.
Un luogo stimolante, teatro di esperienze tali da permettere ai bambini di “essere veramente bambini”, dove è possibile crescere attraverso il gioco, la vita di relazione e il contatto con la natura circostante. Una città speciale, eco-sostenibile e rispettosa dell’ambiente, delle diversità, dove convivono diverse etnie e dove vengono applicate le regole della cittadinanza attiva. Il progetto educativo “Gigliopoli” è finalizzato al contrasto della dispersione scolastica e allo sviluppo di potenzialità dei minori e opera per garantire e ampliare il grado di consapevolezza e conoscenza. Il progetto si prefigge precisi obiettivi educativi da perseguirsi con tecniche innovative. Pertanto Gigliopoli è un luogo dove poter cercare nuovi amici e nuovi compagni di avventura e dove si possono ritrovare, per nuove emozionanti esperienze, insegnanti e allievi nel medesimo tempo.
Oltre a “Gaia”, la libera scuola di Gigliopoli, tante altre sono le iniziative da tempo intraprese a favore dell’infanzia: la colonia estiva, le attività del Centro studi pomeridiano, con annessi laboratori e Scuola di Piccolo Circo, il semiconvitto, (da ottobre a giugno) di minori a rischio di disagio sociale. Inoltre ogni anno si svolgono gli eventi “La Festa della Primavera”, “La notte Arcobaleno” e “La Città del Natale”. Eppure, pur non volendo entrare nelle complesse questioni che ci sono dietro, questa realtà è a rischio chiusura per sempre. Nessuno di quelli che hanno frequentato per un motivo o per un altro Gigliopoli vogliono che chiuda, che le luci si spengano, che tutto cessi.
Sui social un gruppo di sostenitori sta portando avanti una petizione. Un appello che è mosso dalla volontà di portare avanti l’importante progetto. Non possiamo che unirci a queste persone chiedendo a gran voce di dare continuità al progetto Gigliopoli nella sua interezza quale risorsa preziosa ed irrinunciabile della collettività. All’importante realtà è andata anche la solidarietà di Giuseppe Antoci, l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, oggi presidente onorario della Fondazione Antonino Caponnetto, che sottolineandone l’importanza ha definito Gigliopoli “una carezza al cuore”.