Rituali satanici per ridurre in schiavitù la povera ragazza appena maggiorenne sottoposta a violenze sessuali e corporali di gruppo per almeno 15 anni. Indagati i genitori che non potranno avvicinarsi alla vittima né ai suoi figli.
Locate Varesino – Il 4 ottobre scorso gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Como hanno eseguito un’ordinanza del G.I.P. presso il Tribunale di Milano per l’applicazione delle misure cautelari personali del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e dell’obbligo di dimora nel comune di Locate Varesino, a carico di due coniugi residenti in quel comune.
Le misure sono il frutto di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ed eseguita dalla Squadra Mobile di Como, che ha consentito di assumere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, che comunque andranno confermati in sede processuale, in ordine al reato di riduzione in schiavitù e violenza sessuale di gruppo, perpetrati nei confronti della persona offesa dal 1999 al 2015.
I fatti contestati sarebbero iniziati quando la ragazza, appena maggiorenne, era ospitata presso i coniugi e dimorante presso la loro abitazione. Gli stessi sono consistiti in ripetute violenze sessuali, spesso conclusesi con l’infibulazione della vittima, ed in gravi condotte vessatorie, sfociate in rapimenti e sequestri di persona, che non si sono concluse nemmeno quando la stessa è riuscita a fuggire in un’altra regione, venendo lì rintracciata e sottoposta nuovamente a tali atti.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori le violenze si sarebbero verificate anche nel corso di riti aventi le caratteristiche tipiche delle messe sataniche, con la recita di litanie da parte degli indagati incappucciati ed al cospetto di crocifissi capovolti.
Durante la perquisizione eseguita dai poliziotti della Squadra Mobile in occasione dell’esecuzione dell’ordinanza di cui sopra, è stata riscontrata la presenza delle intercapedini in cui la persona offesa ha riferito di essere stata segregata durante la sua permanenza presso la casa degli indagati e ulteriori elementi, al momento al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.
Per quanto sopra i coniugi dovranno stare ad almeno 500 metri dalla persona offesa e dai suoi figli e non potranno uscire dal comune di residenza.