Renato Crotti, detto Tato, è stato condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione per prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico. La Guardia di Finanza è risalita all’uomo a seguito di alcune sparizioni di denaro di due anni prima.
Crema – Dai 5 ai 7 Euro per una foto di un minore nudo, ma la cifra saliva in caso di richieste più oscene: 50, 70 fino a150 Euro. Questo sarebbe stato il tariffario di Renato Crotti, detto Tato, 56 anni, ex direttore di Radio Antenna 5, l’emittente della locale Diocesi, condannato, lo scorso 8 settembre, a 5 anni e 6 mesi di reclusione per prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico. L’uomo aveva optato per il rito abbreviato, ottenendo così lo sconto di un terzo della pena che si somma a quello ottenuto per aver risarcito le vittime, tutte minorenni all’epoca dei fatti.
Crotti, già portavoce e addetto stampa dell’amministrazione provinciale, è stato anche dipendente della Fondazione Arvedi Buschini: in questa sede, due anni fa, era stato sospeso da ogni incarico a seguito di un’indagine che lo riguardava sulla sottrazione di quasi 300mila Euro donati dai cremonesi all’associazione Uniti per la provincia di Cremona, Onlus che raccoglieva fondi per ospedali e istituzioni benefiche in pieno periodo Covid. Crotti, che gestiva tale associazione, pare abbia concordato con la Procura di Cremona il patteggiamento di un’altra pena in sede di indagini preliminari proprio per la distrazione di alcuni bonifici. E il 10 novembre prossimo l’uomo si dovrà presentare davanti al Gip per il prosieguo delle incombenze giudiziarie.
Ed è proprio dalle sparizioni di denaro che la Guardia di Finanza è risalita al giro di prostituzione minorile messo su da Crotti: l’uomo, che si faceva chiamare sui social Federica Banardi, andava alla ricerca di ragazzini per lo più sedicenni che, a fronte di rapporti sessuali o per una foto di nudo, ricevevano diverse somme di denaro per comprare scarpe griffate e vestiti alla moda. Spesso erano le stesse vittime a portare nuovi ragazzi che l’uomo adescava, sfoggiando la sua ricchezza e incontrandoli poi in luoghi appartati, come il parcheggio “La Buca” di Crema o in luoghi ancora più defilati come i campi di Castellone. Anche nei bar di Crema non si parlava d’altro e una cerchia di giovanissimi era a conoscenza dei gusti sessuali dell’uomo e delle sue richieste.
L’iter era sempre lo stesso: sui social l’ex giornalista faceva una prima selezione di giovanissimi e poi dava loro gli appuntamenti tramite chat sull’applicazione di WhatsApp: alle Fiamme Gialle un testimone aveva raccontato di aver conosciuto Crotti su un sito di incontri, alla voce “uomo cerca uomo”, tramite la ricerca “ragazzi mercenari”. Un altro avrebbe raccontato che «aveva con sé un sacco di soldi, un malloppo di banconote».
Della vicenda si è occupata la Procura di Brescia, competente per questa tipologia di reati: il procuratore Francesco Prete, un anno fa, aveva infatti chiesto e ottenuto dal Gip Matteo Grimaldi l’ordine di custodia cautelare “al fine di contenere la spinta criminale estremamente elevata, se si considera la durata nel tempo delle condotte criminose poste in essere e l’assoluta assenza di autocontrollo […]. La ricerca di minori da utilizzare per il soddisfacimento delle proprie pulsioni sessuali ha avuto luogo in ogni occasione utile, senza sosta e senza alcun tipo di limitazione, addirittura con il tentativo dell’indagato di ingaggiare altri soggetti che facessero da intermediari per l’adescamento di altri minori, a cui corrispondeva una vera e propria provvigione per l’attività di mediazione”.