Sembra che non ci sia sosta all’avanzata di nuove o meno nuove patologie virali. Dopo il covid e il vaiolo delle scimmie arrivano il West Nile la febbre del pomodoro. Ma un anziano è morto di Legionella a Palermo.
La febbre del pomodoro. Una volta c’era la febbre del sabato sera. Era il titolo del famigerato musical datato 1977 che ebbe un successo clamoroso e che diede notorietà al protagonista John Travolta. Fu un vero e proprio omaggio alla disco music, molto in voga in quegli anni. Il film, in seguito, è entrato a far parte della National Film Registry perché “storicamente e culturalmete significativo”. Il titolo divenne la frase cult per chi aveva voglia di scatenarsi in discoteca.
E’ sembrato di ritornare a quel decennio quando ci si è trovati di fronte alla notizia che fosse scoppiata “la febbre del pomodoro”. Si è pensato subito ad un nuovo ballo ecologico, un omaggio al prezioso ortaggio, denominato “oro rosso”. Purtroppo non si tratta né di danza, né, tantomeno, di metallo pregiato, ma di una pericolosa patologia. E siccome ce ne sono poche in giro, ci mancava pure questa! La preoccupazione è stata segnalata dai medici sulla prestigiosa rivista scientifica inglese “The Lancet”. L’allarme è scattato per le decine di casi di HFMD, volgarmente conosciuta come “malattia mano-piede-bocca” o, appunto, “febbre del pomodoro”.
In India si sono registrati in poco tempo più di ottanta contagi tra i bambini al di sotto dei cinque anni. Responsabile del sorgere di questo malattia è un virus che colpisce l’intestino. Le reazioni si presentano sotto forma di eruzioni cutanee, tipo vescicole rosse, tondeggianti e pruriginose, che hanno la tendenza ad ingrandirsi tanto da raggiungere le dimensioni di un pomodoro. Ecco scoperto l’arcano che spiega la locuzione “febbre del pomodoro”! Ma non è finita mica qui. Il virus manifesta, con infinita generosità (che avrebbe potuto tenere celata), altri sintomi, tra cui: febbre, nausea, diarrea, stanchezza, irritazione orale, dolori alle articolazione e disidratazione generale.
I primo caso è scoppiato a Kollam in India, nello Stato del Kerala, che occupa una stretta striscia della costa sud-occidentale del Paese. In seguito, il virus si è diffuso a tal punto, che i medici hanno manifestato il timore che la malattia possa espandersi fino ad assumere caratteristiche epidemiche tra i più piccoli. E’ difficile che questo morbo possa diffondersi tra gli adulti per il semplice motivo che il sistema immunitario, giunto a maturazione, è abbastanza forte da respingere l’attacco all’organismo da parte del virus. I bambini piccoli non sono ben equipaggiati da questo punto di vista e fra di loro, i più vulnerabili sono quelli al di sotto dei cinque anni d’età. L’aspetto che non fa dormire sonni tranquilli è che l’infezione è molto contagiosa: basta un semplice contatto.
Al momento non esiste né un farmaco ad hoc, né un vaccino per contrastarla. Una volta assodato il contagio, il comportamento è simile al paziente colpito da covid-19. Ovvero: isolamento dell’infetto, igienizzazione di tutti gli utensili utilizzati, tra cui vestiti ed altri oggetti vari, in modo arrestare la circolazione virale. Tuttavia, trattandosi di bambini piccoli diventa più complicata l’attuazione delle buone pratiche, con un rischio maggiore di contagio. Negli ultimi anni tra coronavirus, vaiolo delle scimmie, Legionella, le zanzare che veicolano il West Nile e febbre del pomodoro, non ci siamo fatti mancare proprio nulla. Tanto che potremmo affiggere il cartello con su scritto: Biglietti esauriti!