Gioia è sparita contro la sua volontà

Una donna molto riservata sparita come un fantasma. Fratello e nipote, almeno inizialmente, parlavano di scomparsa volontaria ma i cugini della donna, che si sono rivolti a Penelope, credono l’esatto contrario. Dalla sua sparizione nessuna segnalazione comprovata. Adesso le indagini procedono per omicidio a carico di ignoti.

Moscufo – Da oltre cinque anni non si hanno più notizie di Gioia, al secolo Giovina Mariano, 60 anni, ex dipendente municipale, scomparsa da Moscufo, in provincia di Pescara, l’8 marzo 2017. All’epoca dei fatti era stato il fratello Domenico a denunciarne la sparizione ai carabinieri dopo diverse settimane mentre il figlio Alessio aveva riferito ai militari di aver visto la zia, per l’ultima volta, alle 8 del mattino dello stesso giorno della scomparsa mentre la donna usciva di casa.

La villa di Moscufo dove abitava Gioia

Gioia, pensionata del municipio di Pescara, qualche anno prima della repentina sparizione aveva chiesto il congedo per potersi dedicare ai due anziani genitori. Padre e madre, poi deceduti, le avevano lasciato in eredità, assieme al fratello Domenico, 68 anni, l’immobile di 12 stanze immerso nel verde e ubicato in frazione Colle Sant’Angelo, oltre ad altre proprietà immobiliari e depositi bancari.

Il nipote Alessio, negli ultimi tempi, aveva chiesto alla zia di trasferirsi nella sua casa dove il giovane era ospite saltuariamente. Gioia però non avrebbe preso bene la richiesta del nipote anche perché Alessio si sarebbe trasferito assieme alla fidanzata, cosa che Gioia non avrebbe gradito.

La polizia alla ricerca di indizi utili alle indagini

La donna, infatti, avrebbe parlato del suo imbarazzo con una vicina di casa dicendole che, come sembra, non le faceva affatto piacere dividere le pareti domestiche con una coppia di giovani. Dopo la sparizione della pensionata la casa ed il terreno circostante sarebbero stati venduti all’asta ma prima della vendita il nipote e la fidanzata si sarebbero stabiliti nel casale di famiglia.

Il fratello della donna, Domenico, aveva riferito sia ai carabinieri che alla polizia della presunta fuga volontaria della sorella a cui gli inquirenti avrebbero creduto per diversi anni:

La polizia durante un ennesimo sopralluogo nella casa venduta all’asta dove abitava la donna sparita

”…Gioia mi manca e la sua assenza mi sta logorando – ha detto il fratello Domenico dopo anni di silenzio – mi dilania il pensiero di non aver potuto fare di più per aiutarla. La mia famiglia è molto provata da questa situazione, è un dolore profondo non sapere cosa le sia accaduto. Spero di ritrovarla viva e felice…”.

Dopo la seconda tranche di indagini, seguita ad una prima archiviazione, il sostituto procuratore Anna Benigni, proseguiva le investigazioni per omicidio a carico di ignoti grazie anche alle richieste dei nove cugini della donna che non hanno mai creduto al suo allontanamento volontario. I parenti si sono poi rivolti all’associazione Penelope che tramite il proprio presidente, l’avvocato Nicodemo Gentile, avrebbe poi richiesto ed ottenuto la riapertura del fascicolo.

Gioia con il fratello Domenico

Nei mesi scorsi la Squadra Mobile di Pescara e la polizia Scientifica hanno effettuato una serie di perquisizioni in casa del fratello di Gioia, in corso Umberto a Fallo, in provincia di Chieti, e nell’abitazione di Moscufo dove viveva la pensionata, non più di proprietà della famiglia. Anche l’auto della donna è stata di nuovo ispezionata. Domenico Mariano si è poi sottoposto volontariamente al prelievo ematico per l’analisi del Dna che verrà confrontato con il materiale biologico prelevato ad alcuni cadaveri senza nome rinvenuti in zona.

Pare che Gioia avesse parlato con il nipote di alcuni suoi piani per il futuro e di un presunto viaggio a Milano e Mirandola e di raggiungere alcuni suoi amici sui Pirenei, in Francia. Nulla si saprebbe, però, di questi amici. E in quanto a stranezze il caso è pieno:

Gioia con il nipote Alessio

”…Aiutatemi a ritrovarla – aveva detto il nipote Alessio – nel 2016 la trovai in casa che armeggiava con due computer, mi parve strano per una persona che non aveva dimestichezza con la tecnologia, che spesso non ricaricava neppure il telefono spento. Mi disse che uno dei Pc era di un’amica e che doveva fare gli aggiornamenti. Ecco, non escludo che mia zia possa essere andata via con questa amica o che sia venuta a prenderla qualcuno per lei molto speciale…”.

Inizialmente l’analisi del tabulato telefonico pare sia stata fatta su un numero errato poi corretto da un’integrazione depositata dall’avvocato Nicodemo Gentile. Alessio Mariano, il 13 giugno scorso, è stato sottoposto a tampone salivare per i test comparativi sul Dna.  

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