Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato. Le crisi umanitarie nel mondo non accennano a diminuire e le istituzioni faticano a colmare le zone grigie in materia di tutela dei diritti.
Roma – La ricorrenza odierna commemora l’approvazione della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, avvenuta nel 1951. Lo slogan di quest’anno è “Chiunque siano, da qualsiasi luogo provengano. Sempre. Together #WithRefugees”.
Questa frase è da leggere alla luce del recente conflitto Russo-Ucraino, che ha portato ondate di profughi inaspettate ma che il sistema è riuscito a gestire a dovere. Il futuro tuttavia prospetta per la rete d’accoglienza altre sfide ardue da affrontare. In particolare i cambiamenti del clima prospettano un drastico incremento nei prossimi anni dei cosiddetti migranti climatici. Le stime parlano di 216 milioni di persone in fuga dalle loro terre natie entro il 2050.
Il mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, associazione episcopale che promuove l’accoglienza dei rifugiati nelle Chiese particolari, ha recentemente rilasciato nette dichiarazioni in vista della celebrazione di oggi, 20 giugno 2022.
“…Quest’anno, probabilmente, il numero dei rifugiati stimato sarà il più alto degli ultimi 50 anni: ormai 100 milioni nel mondo – ha affermato Perego – le guerre, anche l’ultima in Ucraina con sei milioni e mezzo di rifugiati e altrettanti profughi interni, i 34 conflitti in corso nel mondo, i disastri ambientali, la fame, la tratta e lo sfruttamento stanno costringendo sempre più persone e famiglie a lasciare la propria terra per chiedere protezione e asilo altrove. Di fronte a questo fenomeno epocale, la politica continua a fare passi avanti, ma anche molti passi indietro…”.
Le attività volontarie e popolari, che partono dal basso per tentare di alleviare le sofferenze dei migranti, sono numerose, così come numerosi sono i tentativi di sfruttamento dell’emergenza per lucrare sui fondi e gli aiuti elargiti dalle istituzioni. Tra crisi, guerre, embarghi e criticità di ogni tipo è difficile tenere traccia di ogni esigenza. Proprio per questo è necessario agire da subito, per evitare terribili rimpianti in futuro.