La vicenda di Emilio Vincioni: una figlia in Grecia, una sentenza controversa e un appello alla presidente del Consiglio.
Ancona – Da anni una vicenda familiare si intreccia con questioni giudiziarie e istituzionali, assumendo contorni sempre più complessi. Al centro c’è Emilio Vincioni, cittadino marchigiano, che torna a chiedere attenzione per la sua storia personale: quella di un padre che da circa dieci anni non riesce più ad avere un rapporto diretto e continuativo con la propria figlia, residente in Grecia insieme alla madre.
La richiesta è tornata alla ribalta nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale delle Marche, a seguito di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale e vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Giacomo Rossi. Vincioni ha colto l’occasione per ribadire la necessità di un intervento concreto che consenta alla bambina di trascorrere periodi in Italia, di apprendere la lingua italiana e di permettere al padre di partecipare attivamente al suo percorso educativo.
La minore è nata in Grecia e, dal 2016, non ha più potuto fare ritorno in Italia con il padre, nonostante i numerosi appelli avanzati nel corso degli anni. Nel 2019 è stato avviato un procedimento per sottrazione internazionale di minore, conclusosi con una sentenza del Tribunale di Ancona che ha ritenuto illecita la condotta matrimoniale della madre, ma lecita quella relativa alla permanenza della bambina all’estero.
Secondo Vincioni, il tempo trascorso ha aggravato una situazione già dolorosa, rendendo impossibile anche la condivisione di momenti simbolici e familiari, come le festività. A suo avviso, la questione ha ormai superato i confini del contenzioso giudiziario, assumendo una dimensione politica e diplomatica che coinvolge direttamente i rapporti tra Stati membri dell’Unione Europea. Da qui l’appello affinché la Grecia si adegui pienamente alle regole europee, o quantomeno venga attivata un’azione di pressione istituzionale volta a favorire una soluzione.
Sul piano politico, Rossi ha rilanciato l’invito alla Presidenza del Consiglio affinché il caso venga seguito con la stessa attenzione riservata ad altre situazioni analoghe, tipo la storia della famiglia nel bosco. L’impegno, ha assicurato, è quello di proseguire nel confronto istituzionale, richiedendo nuovi incontri e mantenendo alta l’attenzione su una vicenda che, secondo il vicepresidente dell’Assemblea, non può essere archiviata o dimenticata.
La storia di Emilio Vincioni resta così sospesa tra diritto, diplomazia e umanità, con l’auspicio che il dialogo tra le istituzioni possa finalmente tradursi in un passo concreto verso il ricongiungimento e il rispetto dei legami familiari.