Viterbo, arrestati due turchi armati prima della processione di Santa Rosa

Sventato possibile attentato durante il tradizionale trasporto della Macchina: misure di sicurezza straordinarie e luci accese per la prima volta.

Viterbo – Nel pomeriggio del 3 settembre, la polizia di Viterbo ha arrestato due uomini di origine turca sospettati di preparare un attentato durante il tradizionale trasporto della Macchina di Santa Rosa. L’operazione della Digos, condotta intorno alle 18:00 in un b&b del centro storico, ha portato al sequestro di un arsenale comprendente mitra, pistole, caricatori e munizioni.

I due arrestati si trovavano in una struttura ricettiva situata strategicamente lungo il percorso della processione, alimentando i sospetti di un piano mirato contro la folla o la stessa torre simbolo della città. Secondo gli inquirenti, non si esclude un collegamento con la mafia turca, già presente sul territorio viterbese con arresti precedenti a maggio e agosto.

La scoperta ha innescato un’immediata mobilitazione delle forze dell’ordine. Il comitato per la sicurezza pubblica ha potenziato il dispositivo con reparti speciali dei Nocs, unità cinofile antisabotaggio, cecchini sui tetti e controlli capillari lungo tutto il tracciato. Per la prima volta nella storia recente dell’evento, parte del percorso è stata illuminata dall’illuminazione pubblica, rompendo la tradizione secolare.

La Macchina di Santa Rosa, torre alta 30 metri trasportata da un centinaio di facchini, rappresenta un patrimonio UNESCO che si celebra ogni 3 settembre. Il rituale prevede il trasporto al buio totale, con solo le luci integrate nella struttura a illuminare il cammino, simboleggiando la guida di Santa Rosa attraverso l’oscurità.

Il cuore di Santa Rosa

La decisione di accendere le luci pubbliche ha inizialmente suscitato malcontento tra i viterbesi, che hanno parlato di “tradizione tradita”. Tuttavia, con l’emergere dei dettagli sull’arsenale sequestrato e sul rischio corso dalla popolazione, l’atteggiamento è mutato verso la comprensione della necessità di anteporre la sicurezza alla ritualità.

Alla processione era presente anche il vicepremier Antonio Tajani, già oggetto di contestazioni da parte dei giovani del Pd locale. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e dai servizi antiterrorismo, proseguono per ricostruire i movimenti dei due arrestati e identificare eventuali complici.

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