Obbliga la moglie ad accettare in casa l’amante, poi schiavizza entrambe

L’uomo, residente nel Padovano, è stato condannato a vent’anni di carcere. Le due donne l’hanno denunciato dopo aver subito violenze e umiliazioni.

Padova – Un uomo di 47 anni, residente a Galliera Veneta, aveva costretto la moglie ad accettare in casa anche la sua amante. Ma la convivenza forzata è stata solo l’inizio di un’escalation di violenza che ha superato ogni limite. L’uomo, infatti, infliggeva alle due donne umiliazioni e abusi inimmaginabili: le costringeva a subire violenze sessuali, versava loro addosso candeggina, le obbligava a rimanere in slip sul balcone sotto gli occhi dei vicini, oppure le forzava a rapporti sessuali in luoghi visibili dall’esterno.

Il processo, conclusosi ieri a Padova, ha portato a una condanna ben più pesante rispetto a quanto chiesto dall’accusa. Il pubblico ministero aveva indicato 8 anni di carcere, tenendo conto della recidiva specifica e reiterata dell’imputato, ma il tribunale ha stabilito una pena di 20 anni per violenza sessuale aggravata, maltrattamenti e lesioni. Il comportamento intimidatorio dell’uomo durante il procedimento ha influito pesantemente sulla decisione: in aula, ha minacciato l’amante affinché ritirasse la denuncia, mantenendola in uno stato costante di terrore. Tra i messaggi inviati: “Ti ammazzo, do fuoco alla palazzina. Tu non sai chi sono. Sono stato battezzato dalla ’ndrangheta, ho già ucciso”, frasi che raccontano un clima di sopraffazione e minaccia continua.

La triste vicenda ha avuto inizio nel 2023, quando la compagna storica, una donna di 61 anni, è stata obbligata ad accettare la presenza dell’amante, una 49enne, all’interno della stessa abitazione a Cittadella. È lì che si sono consumate le violenze: a turno le vittime venivano umiliate, picchiate e costrette a rapporti sessuali contro la loro volontà. A volte una delle due veniva obbligata ad assistere agli abusi sull’altra per non essere punita a sua volta. I racconti fatti dalle donne in aula hanno descritto un inferno fatto di dolore fisico e psicologico. Uno degli episodi più agghiaccianti risale al 20 maggio 2023: una delle due donne è stata costretta a un rapporto orale davanti alla porta-finestra di un condominio, in modo che i passanti potessero vederla. In quell’occasione, la compagna era stata obbligata ad assistere, sotto la minaccia di subire lo stesso trattamento. Un altro episodio: dopo aver cucinato un piatto non gradito, la moglie era stata spinta sul terrazzo, in intimo, dove è stata lasciata per ore sotto gli sguardi dei vicini.

Entrambe le donne hanno subito lesioni documentate: la più giovane ha riportato fratture alle costole e contusioni con prognosi di 35 giorni; la compagna, 21 giorni di prognosi dopo essere stata picchiata per essersi rifiutata di pulire l’urina dell’uomo, lasciata appositamente sul pavimento come gesto di sottomissione. Alla fine, le due vittime hanno trovato il coraggio di denunciare. Ma anche dopo l’arresto dell’aggressore, la vicenda ha subito un paradosso legale: per un errore procedurale legato ai tempi della trasmissione degli atti, l’uomo era stato inizialmente scarcerato.

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