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  • 16/07/2025
viale

Violenza sessuale, chiesto il rinvio a giudizio per il ginecologo Silvio Viale

Quattro capi d’imputazione per molestie sessuali sulle pazienti, archiviazione per altri sei episodi. L’udienza preliminare fissata per il 15 settembre.

Torino – La Procura di Torino ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per Silvio Viale, medico ginecologo e consigliere comunale del partito +Europa, accusato di comportamenti molesti a sfondo sessuale ai danni di alcune giovani pazienti.

L’evoluzione dell’inchiesta

L’indagine prese avvio nel 2023 quando una donna decise di sporgere denuncia contro il ginecologo. La notizia si diffuse rapidamente, “incoraggiando” altre pazienti a farsi avanti. In totale, sette donne si sono rivolte alla magistratura, descrivendo episodi che sarebbero avvenuti durante le visite ginecologiche presso lo studio del medico. Viale avrebbe tenuto comportamenti molesti, a sfondo sessuale, con alcune giovani pazienti.

Le indagini hanno portato inizialmente alla formulazione di dieci ipotesi di reato. Un numero destinato però a ridursi significativamente nella fase finale dell’iter investigativo. Lo scorso anno erano stati sequestrati documenti, cartelle cliniche, computer e telefoni cellulari nello studio privato del medico, situato in via Berthollet, e presso l’ospedale Sant’Anna di Torino.

La decisione della Procura

L’udienza preliminare è stata fissata per il 15 settembre prossimo. Secondo quanto emerso dalla documentazione giudiziaria, dei dieci episodi inizialmente contestati nell’avviso di conclusione delle indagini, i pubblici ministeri hanno richiesto il processo solo per quattro capi d’imputazione, mentre per i restanti sei casi è presumibilmente stata chiesta l’archiviazione.

La Procura non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sui motivi che hanno portato a questa decisione.

Il comunicato della difesa

Dopo un lungo periodo di riserbo mantenuto per tutelare tutti i soggetti coinvolti, l’indagato e il suo legale hanno deciso di rompere il silenzio con un comunicato stampa dettagliato. La scelta di uscire allo scoperto è stata motivata dalla necessità di “puntualizzare alcuni aspetti della vicenda” alla luce degli sviluppi processuali.

“In questi giorni abbiamo ricevuto la richiesta di rinvio a giudizio e la fissazione della udienza preliminare per il prossimo 15 settembre”, si legge nella nota diffusa dalla difesa. Il comunicato prosegue con una dettagliata analisi numerica del caso: “Da tale atto e dalla consultazione degli atti depositati apprendiamo che delle 9 imputazioni contenute nell’avviso di conclusione indagini (cui se ne è aggiunta in seguito una decima), la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per sole quattro”.

Particolarmente significativo è il passaggio in cui la difesa precisa che “di queste quattro imputazioni, solo due riguardano le cinque donne che comparivano nel decreto di perquisizione”, suggerendo una distinzione tra i diversi filoni dell’inchiesta e le relative vittime.

La difesa si dichiara fiduciosa di poter dimostrare “l’insussistenza dei reati contestati nella richiesta di rinvio a giudizio e la correttezza dell’operato del dottor Silvio Viale” durante il processo che si aprirà a settembre. Questa dichiarazione di fiducia indica la strategia difensiva che punterà probabilmente a confutare le accuse attraverso una ricostruzione alternativa dei fatti e una valutazione della correttezza professionale del medico.

Il caso ha suscitato particolare attenzione per la doppia veste dell’indagato, sia come professionista sanitario che come rappresentante delle istituzioni locali torinesi. Silvio Viale, infatti, oltre alla sua attività di ginecologo, ricopre il ruolo di consigliere comunale per il partito +Europa.

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