La giardiniera riferisce di aver visto madre e figlia con un uomo dalla carnagione olivastra in una tenda nascosta tra gli oleandri e li avrebbe invitati ad andarsene, ricordando il divieto di campeggio nel parco. Tenda ora passata al setaccio.
Roma – Possibile svolta sulle indagini sulla tragica morte di una giovane madre e della sua bambina di pochi mesi, trovate senza vita nei pressi di Villa Pamphili a Roma. Una dipendente del servizio giardini ha raccontato agli inquirenti di aver visto la donna e la neonata accampate in una tenda con un uomo non identificato, circa una settimana prima del ritrovamento dei corpi.
L’accampamento e un uomo scomparso
Secondo quanto riferito dalla testimone, la tenda era nascosta tra gli oleandri, vicino al muro perimetrale di via Leone XIII. L’uomo che accompagnava la donna aveva una carnagione olivastra, parlava poco e oggi risulta irreperibile. La testimone, parlando in inglese, aveva chiesto ai tre di andarsene, ricordando il divieto di campeggio all’interno della villa.
L’incontro risalirebbe alla fine di maggio, pochi giorni prima della tragica scoperta. Un dettaglio che apre nuovi scenari investigativi in un caso che coinvolge vittime invisibili, ai margini della società.

La tenda sequestrata è collegata alle vittime
Grazie alla testimonianza della donna, gli inquirenti hanno potuto collegare la tenda ritrovata alla giovane madre e alla sua bambina. Si tratta di una tenda donata da un’associazione umanitaria, normalmente distribuita solo a persone senza fissa dimora che si registrano mostrando un documento d’identità.
Un elemento che, sebbene non sufficiente a risolvere il caso, potrebbe aiutare a risalire ai movimenti della donna o a chi ha ricevuto originariamente quella tenda. Le autorità stanno verificando se la tenda sia stata ceduta o scambiata, e tracciando i beneficiari della distribuzione tramite le ONG coinvolte.
L’autopsia e DNA: la madre è morta senza segni evidenti, la bambina è stata strangolata
I primi risultati dell’autopsia hanno confermato che la bambina è stata uccisa per strangolamento, mentre sulla madre non sono stati rilevati segni evidenti di violenza: né ferite, né ecchimosi, né tracce di droga o sostanze tossiche. Rimane un mistero clinico che sarà forse chiarito da ulteriori esami tossicologici approfonditi.
Il DNA ha invece confermato il legame biologico tra le due vittime, fugando ogni dubbio su un eventuale rapimento.
Le ricerche si allargano a ospedali, mense e centri di accoglienza
Nel tentativo di dare un nome alle vittime, gli investigatori stanno verificando i registri di ospedali, mense per poveri e dormitori in tutta Italia. Sono state diffuse le immagini dei tatuaggi della madre, nella speranza che qualcuno possa riconoscerla.
Il sospetto, sempre più fondato, è che si trattasse di una giovane donna straniera senza documenti, sfuggita ai radar del sistema assistenziale. Il misterioso uomo che viveva con loro nella tenda potrebbe essere un testimone chiave o il responsabile della morte della bambina.