La dentista di Torino legata ai polsi e alle caviglie con fascette da elettricista. Svolta nelle indagini, 4 misure cautelari in carcere.
Torino – Erano incappucciati e avevano aggredito e sequestrato in casa, in zona Gran Madre, una dentista di 61 anni, per arrivare alla cassaforte. Scena che però era stata vista dal marito della donna, attraverso le telecamere. Il coniuge aveva allertato il custode, corso verso l’appartamento col figlio e insieme erano riusciti a bloccare uno dei tre banditi per consegnarlo alla polizia. Tuttavia, altri quattro malviventi erano riusciti a scappare. Ma gli agenti, coordinati dalla Procura, in questi mesi hanno svolto una complessa attività investigativa relativamente ai reati di tentata rapina in abitazione e sequestro di persona.
La vittima, dolorante, avendo uno svenimento, li ha indotti a desistere dalla loro azione delittuosa ma i tre uomini, prima di darsi alla fuga, l’anno legata con delle fascette da elettricista ai polsi e alle caviglie, al fine che non potesse dare l’allarme. I rapinatori, ripercorrendo a ritroso il tragitto effettuato per accedere all’immobile, sono stati però inseguiti dal custode dello stabile che è riuscito a bloccarne uno, poi tratto in arresto da personale della Squadra Volante del Commissariato di P.S. “Centro”, immediatamente sopraggiunto sul posto.
L’indagine degli investigatori, con l’analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati situati in prossimità dell’abitazione della vittima, dalla disamina dei tabulati relativi al traffico generato nelle celle telefoniche della zona nonché da un’articolata attività captativa, conduceva nei mesi a seguire all’identificazione di altri quattro soggetti verso cui convergevano gravi indizi relativamente al cruento crimine; tre dei quali, unitamente all’arrestato in flagranza di reato, esecutori materiali dello stesso ed uno avente la funzione di “mandante”. Quest’ultimo è risultato essere un artigiano che, alcuni anni addietro, aveva eseguito dei lavori presso l’abitazione della vittima, avendo così modo di studiare le abitudini della stessa ed i beni da lei posseduti.
Il Tribunale di Torino, su richiesta del pm titolare delle indagini, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tutti gli indagati. Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari, sono stati perquisiti le abitazioni ed i luoghi nella disponibilità degli stessi, che hanno portato al rinvenimento di materiale e documentazione utile ai fini investigativi.