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Via quel ‘marchio’ indecente di chi è colpito dalla malattia del secolo

Approvata la legge sull’oblio oncologico. Qualche settimana fa, il 5 dicembre 2023, è stato approvato dal Senato, dopo che lo aveva già fatto la Camera, la legge che tutela gli ex pazienti oncologici dalle discriminazioni legate alla malattia.

Roma – Approvata la legge sull’oblio oncologico. Qualche settimana fa, il 5 dicembre 2023, è stato approvato dal Senato, dopo che lo aveva già fatto la Camera, la legge che tutela gli ex pazienti oncologici dalle discriminazioni legate alla malattia. Una data molto importante e un regalo di Natale in anticipo, oltre che un atto di giustizia per chi è stato già duramente colpito dalla vita. Il testo è stato approvato senza revisioni su proposta di AIEOP (Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica) e FIAGOP (Federazione Italiana Associazioni Genitori e Guariti Oncoematologia).

Indubbiamente un traguardo importante, soprattutto, per i pazienti in giovane età, che possono liberarsi del marchio, indecente, di essere stati malati oncologici. I malati in giovane età, colpiti da patologie ematiche e oncologiche, sono sempre più numerose in Europa. Le stime parlano di 400 mila persone, con un una crescita annua del 3%. La medicina ha fatto passi da gigante con cure sempre più mirate ed efficaci. Tuttavia, in Italia il numero di paziente raggiunge le 50 mila unità e comprende una fascia di età tra i 25 e i 30 anni.

Un paziente in cura in ospedale

La speranza di tutti, non solo di familiari e amici, è che queste persone possano vivere una vita di relazioni normali, dopo aver superato l’arduo ostacolo della malattia. Malgrado ciò, le difficoltà della vita quotidiana sono tante. AIEOP e FIAGOP sono stati sempre impegnate a sostenere cure all’avanguardia e a fornire supporto psicologico e logistico ai familiari. Inoltre le loro attività si sono orientate ad una legislazione che tenesse conto della specificità di questi pazienti.

Fino all’approvazione di questa legge gli ex pazienti per adempiere alle loro incombenze quotidiane, come stipulare un’assicurazione sulla vita, richiedere un mutuo in banca e, finanche, per trovare lavoro, venivano sottoposti ad terzo grado sulle loro pregresse condizioni di salute che sfociava in una vera e propria discriminazione. In questo modo venivano loro stroncate sul nascere le opportunità garantite ai cosiddetti “sani”.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci

Oltre al danno, la beffa. La legge approvata mira a restituire a chi è stato colpito dalla malattia l’opportunità, invece, di entrare nel mondo sociale e lavorativo alla pari degli altri. Nei casi di quotidiane procedure, come quelle succitate, ora è cancellata la richiesta di informazioni relative allo stato di salute specificatamente riguardanti le patologie oncologiche il cui trattamento si sia concluso con successo e senza episodi di recidiva da più di dieci anni. Ai pazienti con una diagnosi precedente ai 21 anni, la soglia è diminuita a 5 anni. Si è comunque in attesa da parte del Ministero della Salute delle tabelle in cui vengano ridefiniti i tempi in base alla diversa patologia oncologica.

Come spesso succede, dopo l’approvazione si sono levate grida di giubilo, squilli di fanfare e dichiarazioni entusiastiche come: “Il provvedimento è una battaglia di civiltà” del Ministro della Salute Orazio Schillaci e “Una bella pagina di libertà e speranza” di Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali e Salute della Camera”. Retorica a parte, resta il fatto che l’Italia è tra i pochi Paesi ad aver ratificato l’appello della Commissione Europea del 2022 che invitava a promulgare una legge sull’oblio oncologico entro tre anni. Se ci si può rallegrare di essere stati tempestivi sulle direttive europee, tuttavia si spera in una concreta e rapida attuazione del provvedimento, entro sessanta giorni come previsto. E, soprattutto, che in questo lasso di tempo tutto proceda normalmente, senza interventi che la possano svilire!

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