Continuava a redigere documenti contraffatti: falso notaio romeno finisce in carcere a Verona

Già interdetto dall’attività ad aprile, il 48enne ha gestito almeno 50 pratiche illecite accertate di recente dalla Guardia di Finanza.

Verona – I finanzieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un cittadino rumeno di 48 anni, già noto alle autorità per reati simili. L’uomo, accusato di contraffazione di pubblici sigilli, uso di strumenti falsificati destinati a pubblica autenticazione e violazione di misura cautelare, aveva continuato a operare come falso notaio nonostante un’interdizione dall’attività disposta ad aprile di quest’anno.

Le indagini, condotte dai finanzieri di Verona, avevano già portato a metà aprile 2025 a un’ordinanza di interdizione dall’esercizio dell’attività di consulenza e asseverazione di atti. L’uomo si presentava come intermediario per pratiche burocratiche tra Italia e Romania, redigendo atti notarili, certificazioni e apostille con timbri e firme falsi, senza mai rivolgersi a notai iscritti all’albo o alle autorità competenti. Durante le perquisizioni delegate dalla Procura, i finanzieri hanno sequestrato dispositivi informatici e un’ingente quantità di documentazione cartacea; timbri falsi con l’emblema della Repubblica Italiana e lo stemma della Romania (aquila), oltre a timbri con nomi di funzionari pubblici e notai inesistenti.

L’analisi dei materiali ha rivelato che l’indagato creava documenti ad hoc, stampandoli e apponendo timbri e firme contraffatte per autenticarli. Questa attività gli avrebbe fruttato decine di migliaia di euro negli ultimi quattro anni, nonostante dichiarasse redditi irrisori, portando a una verifica fiscale per sospetta evasione. Nonostante l’interdizione, che gli vietava per un anno di svolgere attività di consulenza o asseverazione, l’uomo ha continuato a ricevere clienti nei suoi uffici, gestendo almeno 50 pratiche illecite accertate di recente. I finanzieri hanno confermato le violazioni attraverso sopralluoghi, riscontri mirati e testimonianze di clienti che hanno usufruito dei suoi servizi.

A seguito della palese violazione della misura interdittiva, la Procura ha richiesto un aggravamento della misura cautelare. Il GIP, accogliendo la richiesta, ha disposto la custodia in carcere, considerando il rischio di reiterazione del reato e la gravità delle condotte.

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