Paradosso alla veneziana: in Laguna i borseggiatori denunciano per stalking chi cerca di fermarli e li filma

Le accuse sono anche di violazione della privacy e sequestro di persona, nei casi in cui i ladri vengono trattenuti in attesa delle forze dell’ordine. Il comandante della Polizia locale: “I cittadini non possono sostituirsi alle forze dell’ordine”.

Venezia – Il paradosso è servito: a Venezia alcuni presunti borseggiatori hanno presentato querele contro i cittadini che, armati di smartphone, li riprendono mentre agiscono in centro storico o sui mezzi pubblici. Le accuse? Stalking, violazione della privacy e sequestro di persona nei casi in cui i ladri vengono trattenuti in attesa delle forze dell’ordine.

Il fenomeno è esploso con la nascita del gruppo Facebook Veneziani non distratti, che da tempo documenta e segnala i furti con foto e video diffusi online. Ma la tensione è salita: i presunti autori dei borseggi ora rispondono a colpi di denunce, ribaltando i ruoli.

Il comandante della Polizia locale, Marco Agostini, conferma: «I cittadini non possono sostituirsi alle forze dell’ordine. Le norme stabiliscono che solo in caso di reati perseguibili d’ufficio è possibile trattenere una persona. Nei borseggi non è così: altrimenti si rischia il reato di sequestro di persona».

Durissimo il commento, riportato anche dalla stampa locale, di Monica Poli, detta “Lady pickpocket” perché quando avvista un borseggiatore – in inglese “pockpocket”, appunto – urla la parola per avvertire passanti e turisti: «Se davvero i ladri denunciano chi li segnala, siamo alla follia. Abbiamo evitato decine di scippi e ora rischiamo di diventare colpevoli».

Sul fronte politico, il sindaco Luigi Brugnaro chiede da anni l’introduzione di un avvocato speciale che possa disporre fino a 12 giorni di cella per i borseggiatori, mentre il governatore Luca Zaia invoca l’uso del braccialetto elettronico per i recidivi. Duro anche l’allarme della Confartigianato Venezia: «I ladri sono sempre più aggressivi e i cittadini finiscono per rischiare più di loro».

Per la Cgil, invece, il vero nodo è l’assenza di forze dell’ordine in numero adeguato: «Non sono i cittadini a dover diventare poliziotti – denuncia il segretario Daniele Giordano – ma lo Stato a garantire sicurezza».

Intanto, la città resta stretta in una spirale di furti e denunce incrociate, in un equilibrio fragilissimo che mette a rischio la quotidianità (e l’incolumità) di residenti e turisti.

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