Veglione con delitto: tenta di entrare con la forza e si prende una coltellata al cuore

Roberto Comelli, metalmeccanico bresciano, è stato la prima vittima di omicidio del 2025. A colpirlo il 19enne italo-argentino Matias Pascual: “Era minaccioso e mi faceva paura”.

PROVAGLIO D’ISEO (Brescia) – Voleva entrare a tutti i costi per festeggiare il Capodanno ma non era stato invitato. Poco dopo è morto con una coltellata al cuore. A rimetterci la vita è stato Roberto Comelli, metalmeccanico di 42 anni e padre di un figlio, con precedenti per droga e molto conosciuto in paese. L’uomo, nella tarda serata del 31 dicembre aveva tentato di entrare all’interno del Centro Diurno per anziani di via Cesare Battisti 11, a Provaglio d’Iseo, dove si svolgeva una festa privata. Più esattamente Comelli, pare ubriaco e iroso, aveva già tentato di entrare con la forza nei locali comunali dove una ottantina di giovani festeggiavano il Capodanno ma era stato bloccato bonariamente e dopo qualche discussione sembrava rabbonito ed era tornato sui suoi passi. Nemmeno mezz’ora dopo Comelli tornava alla carica e stavolta si era visto sbarrare il passo da alcuni ragazzi con in testa Matias Pascual, italo-argentino di 19 anni, barista del pub “Lovely” di  via Leonardo Da Vinci a Prevalle.

Il luogo del delitto davanti al centro diurno per anziani

Il ragazzo, dopo una violenta rissa, accoltellava l’operaio al petto con un acuminato coltello da cucina lungo circa 30 centimetri, raccattato sui tavoli imbanditi. Comelli vacillava ma riusciva a sfilarsi il coltello dal torace per poi allontanarsi barcollando. Fatti appena una decina di metri, ormai senza forze per l’ingente perdita ematica, si accasciava al suolo in un lago di sangue dopo essersi trascinato lungo il corrimano di una scala. Inutili i soccorsi che assieme ai carabinieri giungevano sul posto senza fare altro che constatare il decesso della vittima. I militari del Nucleo investigativo di Brescia e della Compagnia di Chiari, coordinati dal Pm Laura Matrone, avviavano subito le indagini e poco dopo riuscivano ad identificare il presunto assassino che, nel frattempo, si era rifugiato nella sua abitazione di Prevalle dove viveva con la madre ed il fratello maggiore. Dopo alcune ore il giovane si costituiva presso la caserma dei carabinieri di Gavardo dove confessava il delitto: ”Non volevo ucciderlo – ha detto il giovane – Ho preso il coltello perché lui era minaccioso e mi faceva paura. Poi l’ho colpito ma non volevo…”.

Pare che Roberto Comelli, intorno alle 20 della stessa sera della tragedia, avesse attaccato briga con alcuni avventori di un bar i quali, notevolmente infastiditi e spaventati, avevano chiamato i carabinieri ma certamente nessuno poteva prevedere una fine dell’anno tanto drammatica. Dopo un lungo interrogatorio, durante il quale confessava l’omicidio, il barman, in stato di fermo, veniva trasferito nel carcere di Bergamo poiché è stato impossibile tradurlo nella casa circondariale di Canton Mombello per questioni di incompatibilità con un altro detenuto, parente della vittima. Il fatto di sangue, il primo del 2025, ha addolorato e sconvolto l’intera comunità locale:

Matias Pascual

” Alla luce del tragico evento – ha detto il sindaco Enzo Simonini – voglio esprimere la mia vicinanza e porgere le più sincere condoglianze alla famiglia della vittima. Questo è un momento di grande dolore per la famiglia ma anche per la nostra Comunità, profondamente scossa da questo triste avvenimento”.

Matias Pascual rimane in carcere poiché il Gip di Bergamo ha convalidato il suo fermo e l’accusa di omicidio volontario, al momento senza aggravanti. Nel corso dell’interrogatorio il barista di Prevalle ha risposto alle domande del magistrato inquirente ed ha confermato la propria responsabilità nell’omicidio già dichiarata in caserma. L’arma del delitto, ancora sporca di sangue, è stato ritrovata fuori dal locale comunale e inserita nel fascicolo delle indagini: ”Matias lo conosco sin da quando era bambino – ha aggiunto Damiano Giustacchini, sindaco di Prevalle – un ragazzo come tanti altri, senza grilli per la testa”. Il presunto assassino era benvoluto un po’ da tutti, soprattutto dal suo datore di lavoro:” È difficile credere a quel che è successo – racconta Silvia Bulfamante, titolare del bar Lovely – Matias lavorava da me dallo scorso marzo, cioè da quando ho aperto il locale, e lo adoriamo tutti. Non so che cosa gli sia scattato in testa per arrivare a compiere un gesto simile”.

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