Il colloquio nel suo studio da avvocato a Paternò con la giudice civile Fascetto, sotto inchiesta disciplinare. La trascrizione già a piazzale Clodio.
Roma – Ha incontrato nel suo studio una giudice, elargendole consigli su come affrontare il procedimento disciplinare di fronte al Consiglio Superiore della Magistratura, contravvenendo dunque al segreto della camera di consiglio. Quel colloquio privato, però, è stato registrato a sua insaputa e consegnato proprio alla commissione disciplinare che, a sua volta, lo ha girato alla Procura di Roma per verificare la presenza di reati. Il nuovo scandalo che investe il Csm ha come protagonista Rosanna Natoli, consigliera laica eletta in quota Fratelli d’Italia e componente della commissione disciplinare, con un passato tra i banchi della giunta di Paternò, il comune siciliano che ha dato i natali anche al presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Di fronte alla registrazione di quell’incontro, trascritto peraltro in un faldone di oltre 100 pagine, ha deciso di rassegnare le dimissioni e lasciare dunque il Csm. Il nuovo terremoto che fa tremare ancora una volta palazzo Bachelet ha come epicentro l’udienza di martedì scorso sul caso della giudice di Catania Maria Fascetto Sivillo, su cui pende un procedimento disciplinare per la condanna a tre anni e sei mesi inflitta dal tribunale di Catania per aver preteso la cancellazione di una cartella esattoriale da parte dell’agenzia delle riscossioni siciliana. Nel corso del dibattimento la giudice ha rivelato alla commissione di avere una “cosa grave da raccontare”, e cioè quell’incontro privato con la sua conterranea Natoli.
Il suo avvocato, Carlo Taormina, ha poi consegnato la pennetta Usb con l’audio del colloquio e le 130 pagine della trascrizione nelle mani del presidente della sezione disciplinare, Fabio Pinelli. Un paio d’ore dopo è arrivata la comunicazione delle dimissioni della consigliera che, di conseguenza, non si è presentata al plenum. Un’assemblea durante la quale è stato nominato il nuovo procuratore capo di Catania, Francesco Curcio, eletto con un solo voto di vantaggio sull’altro candidato, Giuseppe Puleio. Decisiva, a quanto pare, l’assenza di Natoli, la cui preferenza sarebbe andata proprio a quest’ultimo.
“Questi sono i laici ai quali la politica affida la tutela della autonomia della magistratura? – si chiede il segretario di Area, Giovanni Zaccaro -. Episodi come questi dimostrano quanto sia pericoloso creare la Alta corte disciplinare per i magistrati e rafforzare la presenza della politica nel Csm”. “Le dimissioni di Rosanna Natoli – chiosa invece il capogruppo Avs nella commissione Giustizia della Camera, Devis Dori – sono l’unica scelta sensata di una vicenda che richiama la responsabilità delle scelte dei partiti nel governo delle Istituzioni”.