Vannacci: “Non mi dimetto da generale dell’Esercito, servo la Patria in altra veste”

L’eurodeputato della Lega in una lettera al Corriere della Sera replica al giornalista Carlo Verdelli: “Nessuna legge mi impone di farlo”.

Roma –  “Ora il mio servizio alla Patria continua con una veste diversa”. L’eurodeputato della Lega e generale Roberto Vannacci in una lettera al Corriere della Sera in cui replica al giornalista Carlo Verdelli gli risponde per le rime: “In merito al suo suggerimento di dimettermi dall’Esercito, – scrive Vannacci – preciso che nessuna legge o normativa mi impone di farlo. Non mi risulta, peraltro che, in passato, siano state richieste le dimissioni di altri militari o magistrati che hanno espresso pubblicamente le loro idee o che hanno partecipato attivamente alla vita politica del Paese”. E aggiunge che “non è improbabile che un giorno io possa tornare al servizio militare attivo”.

Il generale chiarisce poi nella lettera il suo riferimento alla Decima Mas molto criticato, prima del voto alle europee. “Tra i ranghi dell’odierna Marina Militare esiste un reparto erede delle tradizioni, del valore, del coraggio e delle gesta eroiche di quella gloriosissima unità della Regia Marina – racconta -, che operò colando a picco un tonnellaggio di naviglio nemico superiore a quanto l’intera Marina non avesse fatto dal ’39 al ’43. Quella è la Decima al cui valore con deferenza mi inchino. Ogni altro riferimento sarebbe totalmente arbitrario e lo respingo al mittente. Sconfortante, inoltre, constatare che ai giovani di oggi i nomi di questi eroi siano quasi sempre sconosciuti”.

E ancora l’europarlamentare della Lega, “ribadisco anche che non considero ‘fascista’ un’offesa, ma, tutt’al più, un giudizio politico che, come tale, rispetto”, conclude. 

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