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“Vade retro, Satana!”: e giù di coltello e forbice

La donna, tossicomane, avrebbe colpito l’amico con decine di fendenti impugnando un coltello ed una forbice. Poi avrebbe sfigurato la vittima con l’acido muriatico.

BICINICCO (Udine) – Al culmine del violentissimo alterco l’ha trafitto con decine di coltellate per poi finirlo a colpi di forbice. Subito dopo, per sfregio, gettava sul volto dell’amico ormai morto l’acido muriatico. Poi ha chiamato il 112. All’arrivo dei militari la donna, agitata e in stato confusionale, attribuiva a Satana la regia del gravissimo fatto di sangue. L’omicidio è avvenuto intorno alle 21 dello scorso 4 maggio, al secondo piano dello stabile di via Roma 75 dove abitava Stefano Iurigh, 43enne di San Giovanni al Natisone, separato con una figlia, manutentore di una ditta che lavora per Fincantieri, ammazzato con una decina di fendenti di armi da taglio da Silvia Comello, casalinga di 42 anni originaria di Reana del Rojale, tossicomane, al culmine di un terribile diverbio.

L’abitazione della vittima posta sotto sequestro dai carabinieri

I due, che pare fossero solo amici ma che forse avevano appena intrecciato una relazione sentimentale, si erano conosciuti al Sert, il servizio per le tossicodipendenze, alcuni mesi prima della tragedia. La coppia si frequentava  assiduamente e l’uomo aveva da poco concluso un rapporto con la precedente compagna da cui era nata una bambina. La presunta assassina, al momento assistita anche dai servizi sociali del suo paese poiché afflitta da marcate fragilità, si sarebbe fatta accompagnare al Sert di Udine per poi recarsi a Bucinicco in casa di Iurigh, accompagnata da quest’ultimo. I due avrebbero iniziato a parlare ma la discussione si sarebbe trasformata in lite burrascosa.

All’apice dello scontro sia verbale che fisico la donna avrebbe impugnato prima un coltello e poi un paio di forbici e si sarebbe avventata contro l’amico colpendolo con diversi fendenti al collo ed al torace senza alcuna possibilità di difesa dell’operaio che stramazzava sul pavimento in un lago di sangue. Non contenta Silvia Comello avrebbe poi afferrato una bottiglia di acido muriatico e ne avrebbe versato il contenuto sul volto della vittima sfigurandolo. Subito dopo la donna sarebbe scesa in strada, con gli indumenti sporchi di sangue, chiedendo aiuto e chiamando il 112. L’operatore della centrale operativa si rendeva subito conto della gravità di quanto accaduto e inviava sul posto un’ambulanza del 118. I soccorritori, subito seguiti dai carabinieri del  Nucleo investigativo provinciale e della Compagnia di Palmanova, accorrevano in via Roma dove rinvenivano il corpo di Iurigh ormai esanime.

Silvia Comello

I militari bloccavano la donna che, sulle prime, ammetteva di essere la responsabile dell’omicidio addossando però la colpa del suo terribile gesto a Satana. Per tutta la notte gli investigatori dell’Arma, coordinati dal Pm  Andrea Gondolo della Procura di Udine, hanno cercato di ricostruire le diverse fasi del delitto con l’obiettivo di risalire al movente di un omicidio cosi articolato e violento. La donna però farfugliava frasi sconnesse e continuava ad attribuire al diavolo la colpa della tragedia. In caserma giungeva anche il difensore di fiducia, l’avvocato Irene Lenarduzzi, che consigliava alla propria assistita di avvalersi della facoltà di non rispondere:

” L’ipotesi di reato contestata dalla Procura di Udine all’indagata è quella di omicidio volontarioha detto il procuratore Massimo Lia – Al momento non le sono state contestate aggravanti. Valuteremo alla luce dei risultati dell’esame autoptico sulla vittima…”.

Saranno anche gli esami tossicologici, già eseguiti sulla Comello e in programma anche sulla vittima nel corso dell’autopsia, a fornire risposte forse definitive all’inchiesta appena avviata. Per ora gli investigatori non tralasciano alcuna pista sul movente, ma hanno già escluso il coinvolgimento di altre persone nell’evento diretto:

L’avvocato Irene Lenarduzzi – Foto da Linkedin

“Quando l’ho colpito, era già morto. Forse un arresto cardiaco, per overdose di metadone – ha riferito l’avvocato Irene Lenarduzzi per conto dell’indagata – Prima emetteva suoni e versi strani, poi quando l’ho colpito, già non aveva battito…Ho sconfitto il male, vedevo in lui un demone da sconfiggere…”.

Da alcune indiscrezioni pare che la donna abbia giustificato l’omicidio perché Iurigh le avrebbe venduto alcune dosi di cocaina tagliate male subito dopo l’uscita dal Sert di zona, dove i due frequentavano un corso di riabilitazione. Il Gip Roberta Paviotti ha convalidato l’arresto dunque Silvia Comello rimane in carcere.

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